Ultimamente vi ho già detto che quando non so cosa leggere mi fido o dello scrittore o, più facilmente, della casa editrice. Così ho scelto, ad inizio di anno, I giorni del giudizio di Simi perché, pur non conoscendo lo scrittore, conosco la casa editrice, la Sellerio.
Comincio a leggere e poi, me lo scordo a casa e mi leggo Consonni, esce Manzini e mi dedico a Rocco, lo riprendo in mano e, finalmente, lo finisco.
E, vi dirò, mi é piaciuto un sacco.
La storia è quella di Amhed, Emma, Serena, Malcom, Iris e Terenzio che sono dei giudici popolari che si trovano, insieme a due giudici togati, a dover decidere di un duplice omicidio. C’è il giallo ma, soprattutto, ci sono le persone, ci sono i giudici e le loro storie.
Ogni capitolo é il punto di vista e la storia privata di uno di loro; ogni capitolo è un punto di vista ed mille storie; ogni capitolo è un passo in più verso la condanna o l’assoluzione.
Ben scritto, ben costruito, bei personaggi, al netto di qualche caratterizzazione troppo legata a dei luoghi comuni, puntualmente scardinati.
Non mancano i colpi di scena, non manca la suspance.
Mi è dispiaciuto intervallarlo ma non ho mai perso il filo perché il libro lo regge da solo.
3 libri su 3 con giudizio positivo, mi sembra un ottimo inizio di anno.
Leggetene tutti