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Semplicemente fantastiche 

E mi si chiede: “Ma tu dove ti vesti, che hai un sacco di cose carine?!” E io: “Ho trovato questa “bottega” che ha cose troppo sfiziose, marche sempre nuove e originali. Insomma, dovete provare e venire anche solo per come si chiama”; “Come?”; “Cosa mi metto!”.

E così da mesi, oltre a comprare quanto posso, faccio tour organizzati con le mie amiche, anche perché sta dietro casa mia.

Quindi il pomeriggio tipico è: arrivano, andiamo, provano, comprano, torniamo a casa ed offro thè e pasticcini, a seconda poi del periodo dell’anno.

Ora di “botteghe” è pieno il mondo.

Di negozietti trendy idem, ma la vera differenza la fanno la proprietaria e la/e sua/e collaboratrice/i.

Dopo 10 minuti ti sembra di stare a casa.

Ma c’è di più, perché le belle persone si capiscono subito e hai voglia a dirmi “vabbè ma devono vendere, grazie!” e non è così perché si vede la differenza tra chi deve vendere per forza e chi ama il suo lavoro.

Ora io sono di parte, e vabbè (e giuro che non me ne entra niente) ma quando poi vedi iniziative come quella che vi sto per illustrare, vi sfido a venirmi a contraddire.

Terremoto. Tutti ci sentiamo disperati al pensiero. Tutti vorremmo fare qualcosa.

Pochi la fanno concretamente.

Cosa mi metto è tra quelli che, nel loro piccolo, qualcosa provano a fare.

La “bottega” di Francesca per tutto il mese di settembre donerà 2€ (1 da parte della bottega ed 1 da parte della cliente), su ogni acquisto effettuato in negozio, alle popolazioni colpite dal terremoto del 24 agosto u.s..

Ora, ragazze, io lo so che tanto non resisterete alle nuove collezioni, all’arrivo del primo freschetto, lo so, quindi perché non farlo con l’occhio a chi in questo momento sta passando un brutto periodo.

Il primo settembre è dopodomani, loro vi aspettano ed io con loro.

Cercatele su FB, su IG, Everywhere.

Loro ci sono, io pure.

Forza ragazze, buono shopping!

#semplicementenoi

Cos’è il coraggio 

Storia breve di un potenziale dramma.

Domenica 24 gennaio.

“Allora ragazze, ci vediamo per un thè nel  posto x. No shopping, solo chiacchiere e thè (che manco mi piace ma vabbè!)”.

Arrivo, parcheggio proprio davanti ad un negozietto niente male. Guardo distratta e vado avanti.

Chiacchiere e thè.

Dopo 3 ore “ragazze, ho parcheggiato davanti a quel negozio, entriamo 5 minuti?”.

Fatali.

Vedo una eco pelliccetta/piumino double face, viola.

Primo giro la ignoro.

Secondo giro mi avvicino e vedo la taglia.

Terzo giro mi avvicino e vedo il prezzo.

Quarto giro la provo.

Carina, tanto. Ma che dico carina? Bellissima!

Mi serve? No, non mi serve niente.

Certo però è tutta ecologica

Ma ho questo colore? No.

Certo peró è da signorina vera.

Ma ho questo modello? No.

Certo però ha il 40% di sconto.

Ok, ce la posso fare: non mi serve; ha le maniche tre quarti e vado in vespa e ho freddo; è viola, dove la metto?

La guardo, la saluto, esco dal negozio.

Cos’è il coraggio?!

Sono le 19.30 di domenica 24 gennaio.

Dalle ore 19.31 di domenica 24 gennaio un unico pensiero: devo avere quella pelliccetta.

Il negozio è lontano da casa e non posso andare lunedì; la mia amica si offre di andare per me e io “se deve essere mia, la troverò il prossimo week end!”.

Cos’è il coraggio?!

Martedì, mercoledì, giovedì: dormo, mi sveglio, mangio, lavoro, vado in palestra, esco con gli amici e penso a lei, solo a lei!

Parlo di lei pure al portiere. E tutti: ma valla a prendere?! No. Devo resistere!

Cos’è il coraggio!

Mi aspetterà?! Resisterà lei?! Altri milioni di persone resisteranno a non averla?!

Venerdì quasi cedimento, sto per andare ma penso: no, ho fatto 30 faccio 31.

Vado domani.

Cos’è il coraggio?!

Sabato 30 gennaio, ore 16.30.

“Allora, ti vengo a prendere, ma prima di andare dove dobbiamo andare, passiamo in quel negozio, parcheggio in seconda fila che dobbiamo stare 2 minuti netti e LA PRENDO!”.

E se non c’è più?!

Cos’è il coraggio?!

(Il piano B é già pronto: trovati 30 siti internet dove posso trovarla a prezzo pieno ma la trovo!).

Entro, non vedo lo stand, penso al peggio; vago nel negozio in preda al panico,mi giro e… la vedo.

Era lì, bellina, in attesa. La riprovo per scrupolo, vado alla cassa e la sorpresa: non solo mi ha aspettato ma si è fatta ridurre del 50%. La amo. La pago. La indosso.

Cos’è il coraggio?!

Ciao, mi chiamo Nunzia, e ho un problema con lo shopping.

Lieto fine.

Da grande…

Vi dicevo delle ferie, no?! In questi giorni sto anche pensando che ok, sono in ferie dal mio lavoro, che mi piace moltissimo, ma mi interrogavo su quello che nella vita mi piacerebbe fare se non avessi questo che, di certo, non lascerò mai… a meno che non riuscissi a realizzare il sogno di diventare:

1) scrittrice. Il mio sogno da sempre ma escludo possa mai accadere. Ma come fanno a trovare una storia, a mettersi lì seduti a tavolino e dire “ok, scrivo un romanzo!”. Li stimo, li ammiro ma credo che mai potrei riuscirci. Anche solo riuscire a scrivere un post mi viene difficile in certi momenti, figuriamoci raccontare una lunga storia. Poi il mio senso del dovere mi impedirebbe di stare così a non sforzarmi… Insomma, anche se come mestiere é in cima alla mia lista dei desideri escludo sia realizzabile e allora mi sposto su uno forse più semplice…

2) aiutare la gente a vestirsi. Fare shopping con e per gli altri. Mi piace, non mi stanco mai. Esco con le mie amiche, entro in modalità “professionista” e cerco di trovare cose per loro e, generalmente, ci riesco. Faccio girare l’economia che é una bellezza. Forse Renzi dovrebbe pensare a me per qualcosa sullo sviluppo economico, potrei propormi. Forse i negozianti potrebbero venirmi incontro perché secondo me questa mia capacità andrebbe sfruttata, non so, vedete voi come. Magari regalandomi vestiti o scarpe in base agli acquisti… io ci starei! Io sono aperta a proposte oppure mi piacerebbe lanciarmi…

3) nell’organizzazione di eventi. Mi piace pensare di fare una cosa e portare gente. Mi piace vedere un posto e, se é di mio gradimento, sponsorizzarlo portandoci i miei amici che, tendenzialmente, ci vengono. È divertente ma implica vivere la notte in un mondo che vive di giorno, non so quanto e se posso reggere. La paura sarebbe quella di diventare una specie di zombie che si aggira tra i vivi… Mi pare brutto, non si fa e poi forse mi dovevo svegliare prima… un lavoro un po’ da giòvani! 

E niente, mi sa che o per un motivo o per l’altro mi conviene restare dove sto che poi, tutto sommato, mi va anche bene… Quindi come non detto, facciamo che io userò questo post come memento tutte le volte che mi verranno in mente strane idee e voi come spunto per una riflessione su quello che volete fare da grande. 

Ode alle Ferie 

Libertà. Che bella sensazione la libertà.

Personalmente mi sento libera tutte le volte che prendo un giorno di ferie, qualsiasi cosa debba fare.

L’idea di poter disporre del mio tempo, senza renderne conto a nessuno, mi sembra una grande conquista della civiltà moderna.

Lo so, sono fortunata a poter prendere ferie perché implica avere un lavoro.

Lo so.

E infatti chi dice niente. Sono fortunatissima.

Ma mi ci sento ancora di più quando sono in ferie. 

Apprezzare il tempo che ho anche per non fare niente è una cosa meravigliosa.

Poter oziare a letto, fare shopping, leggere un libro, vedere gli amici, senza dover guardare l’orologio e pensare “devo andare che domani si lavora” è una cosa meravigliosa.

Un piccolo passo per l’uomo ed un grande passo per la propria anima.

Godetene: riposatevi, state con i vostri cari o da soli, a seconda di quello che vi aggrada di più; non usate la sveglia, mai! Ritrovatevi, che poi si ricomincia. E il traffico, il lavoro, la palestra, gli incastri, i bambini (per chi ce li ha!). 

Godetevi questo meraviglioso senso di libertà che vi regalano le ferie. 

Godetevi questa sensazione di potenza nel fare o non fare che le ferie vi permettono.

Godetevi il tempo, che ne abbiamo sempre troppo poco! 

Finish

E ci siamo, sono finite!
Non ci posso pensare, sono finite!
Sono passate quasi due settimane e voilà, puff: FI NI TE!
Volevo fare un’ode a loro… alle FERIE, che sono finite!
Mo’ è arrivata quella stronza della Befana e se le porta via. L’ho sempre odiata quella vecchia sulla scopa!
Dice “e che hai fatto in due settimane?! Sei partita?”
Ma pensate forse che sia matta a partire tra Natale e capodanno?! Per poter vedere 4 capitali europee in un anno nei week end, io parto quando non parte nessuno, è ovvio! Per spendere metà della metà di quanto avrei speso in questo momento… va bè poi rischi di trovare meno 17 gradi a Varsavia ma questa è un’altra storia.

E comunque che ho fatto?! Quello che va fatto durante le ferie:

1) ho visto tanti amici, mi sono fatta un sacco di risate, ho apprezzato ed avuto tempo per la loro compagnia e li ho adorati;

2) ho portato tutti i giorni fuori la mia cana, nel suo parco preferito, per vederla felice e mi sono fatta coccolare da lei, che lo fa pure se la vedi 5 minuti al giorno ma stavolta me le sono meritate le sue coccole;

3) sono stata al cinema spesso ed era tanto che non mi facevo catturare da “emozioni visive”, diciamo, anche se, come sapete, non sempre è andata bene;

4) ho fatto un po’ di shopping, sempre troppo poco!

5) sono stata in palestra la mattina il che dovrebbero metterlo come istituzione, dovrebbe far parte della giornata lavorativa! Bellissimo!!!

Sapete che devo fermarmi a 5 ma ci sarebbero un’infinità di altre cose che mi spingono ad odiare quella bacucca della Befana che arriva sempre troppo in fretta… ‘sta stronza!

E a quelli che hanno fatto il conto alla rovescia per tornare alla quotidianità della vita lavorativa dico solo “FATEVI UNA VITA!”.

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Tutto qui?!

Se un libro si intitola Confessioni di una vittima dello shopping chi sono io per non comprarlo?!
Gli ronzavo intorno da un po’ e poi l’ho preso.
All’inizio è andata bene: scorrevole, veloce, abbastanza ben scritto. Questo per circa un centinaio di pagine nelle quali la protagonista ci racconta chi è.
Siamo in Giappone: lei, tettona ( non è un particolare trascurabile considerato quello che arriverà a fare, se lo scrivo un motivo c’è!), si sposa presto con il primo ragazzo che la corteggia. Comincia una noiosissima vita familiare con il marito bancario ed il primo figlio.
Poi, l’imprevisto, incontra una sua compagna di liceo che la introduce nel favoloso mondo dello shopping e questo è l’inizio della fine; in tutti i sensi: della sua tranquilla vita familiare, della sua ossessione, fondamentalmente del libro.
Perché si parla sì di un’ossessione ma in modo anche superficiale, poco incisivo, direi inutile.
La brama dell’acquisto che esiste (e io ne so qualcosa!) viene raccontata ma in modo generico direi.
Almeno raccontami bene cosa compri non mi dire solo che vai alle svendite, no?!
Comunque una casalinga non ha soldi per essere una fashion Victim e allora che può fare per averne?
Facile, vendere se stessa.
E qui comincia lo squallore.
Il marito la scopre, la aiuta a disintossicarsi e?! E poi boh! Il libro si perde. Sfuma così, senza un vero perché!
Un paio di chicche le ho lette, tipo che “il segreto dell’eleganza sta nei capelli”; o che “i vestiti sono belli davvero solo prima di essere acquistati”.
Nulla di più. Per me: nulla di più.
L’ho letto io, al solito, ringraziatemi e lasciatelo sullo scaffale; leggete altro ma leggete.

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Presaldi

Questo è anche un blog utile, vorrei che fosse chiaro e, quindi, oltre a darvi consigli richiesti a vadobenecosi@gmail.com, oggi vi allego la tabella delle partenze dei saldi invernali regione per regione.

Ho già invocato mezzo calendario perché proprio non capisco il motivo per cui nel Lazio debbano partire sempre dopo tutti, ma va bè, mi adeguo.

Allora, prima dei saldi, però vorrei dare qualche utile suggerimento, poi magari più avanti entrerò nello specifico di cosa comprare.

Capisco che ora, con tutta la frenesia del Natale non avete tempo di girare per voi ma cercate di andare in alcuni dei vostri negozi preferiti. Intanto, perché molto spesso, anzi direi sempre, alle affezionate clienti i saldi vengono fatti in anticipo e poi perché proprio lì troverete l’affare dell’anno.

Mi spiego.

Se c’è un cappottino, un vestito o un paio di pantaloni o di scarpe che vi piacciono tanto e che non avete ancora comprato causa prezzo elevato, bene i passi da seguire sono 3:

1) recarsi ora nel negozio, provare l’oggetto del desiderio, stare davanti allo specchio con gli occhi adoranti, individuare la padrona/il padrone del negozio e fare la faccia del desiderio. Garantito che vi farà lo sconto in anticipo;

2) qualora vi siate imbattute nella strega di Biancaneve o nel cacciatore di Cappuccetto rosso, mollate la presa ma segnatevi il prezzo;

3) tornate i primi giorni dei saldi (già vi spiegai che non c’è bisogno andare nella ressa del primo giorno!) e verificate che abbiano effettivamente applicato lo sconto. Quindi COMPRATE! (Questo punto è necessario per non incorrere in spiacevoli sorprese come è successo a me. Un anno, infatti, nel mio negozio preferito avevano una gonna spaziale di Nolita (ancora ricordo!) e costava un occhio della testa. Non la prendo, aspetto i saldi, sapevo perfettamente quanto costava a prezzo pieno, peccato che LA STRONZA della proprietaria del negozio aveva maggiorato il prezzo iniziale, vendendola in saldo a quanto effettivamente costava. Non l’ho comprata, ma se ci ripenso ancora mi scappa la lacrima).

Quindi, ricapitolando, ora è il momento per:

  • prendere carta e penna e segnare quello che vi manca (ahahahhahhaa!) diciamo che volete a tutti i costi;
  • individuare il negozio che lo possiede;
  • fare tentativo di colpaccio con occhi da cerbiatta per ottenere presaldo;
  • in caso fallisca tentativo previsto al punto precedente, segnare prezzi per poi tornare e colpire. (Solo per inciso, ai tempi dell’episodio raccontato della gonna Nolita – argh – ero molto giovane, capitasse adesso, nell’ordine: affronterei il commerciante tentando sconto effettivo; di fronte a diniego mi recherei alla Guardia di Finanza per denunciare accaduto! Embè oh, mica si possono lasciare le persone a rimpiangere a vita una gonna Nolita, io voglio essere utile per me e per gli altri!).

Coraggio, in bocca al presaldo.

PS: segnalo che la Conferenza Stato – Regioni ha deliberato di anticipare l’inizio dei saldi al 3 gennaio. Daje! Ad oggi manca ancora la delibera della Regione Lazio… forza Nicola, FIRMA!!!

 

 

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Shoe’s man

Se c’è una cosa che amo degli uomini sono i piedi. Non solo quella, ovvio, ma i piedi mi piacciono molto. Li trovo sensuali e quasi sempre sono ben fatti.

Ecco, sarebbe meglio a volte però non vederli coperti da scarpe. Perché sulle scarpe da uomo, ahimè, bisogna stare molto attenti… troppo attenti… bisogna stare ATTENTISSIMI!

Volete qualche esempio di scarpe da aborrire o da indossare?! Sto qui apposta!

  • HOGAN, su tutte. Ma va da sé: da donna, da uomo, da bambino, da cane, sono le scarpe che in assoluto mi fanno più schifo sul mercato. Costano un occhio della testa, saranno pure comode ma non mi interessa, meglio soffrire le pene dell’inferno che indossare quelle scarpe ortopediche. Già avevo avuto modo di parlarne nell’altro blog ma rimarco qui il concetto di orrore che mi pervade tutte le volte che le vedo ai piedi di qualcuno. Poi, dato che qui parliamo di uomini, mi sento di dovervi dire: ragazzi, se siete bassi non fa niente, non è che quei 5 cm che vi regalano quelle scarpe fanno la differenza; la differenza la fate voi con il vostro carattere: meglio un basso con dignità che un po’ meno basso (perché non è che diventate alti!) con delle scarpe di merda!
  • FINTE HOGAN: ecco, se è possibile pure peggio del punto 1) che già per me è il punto più basso. Se manco ve le potete permettere, lasciate perdere che fanno schifo quindi, andatene fieri, ma non vi comprate delle imitazioni che davvero sono peggio del peggio. Mi riferisco, tanto per non fare nomi a Nero Giardini o a Geox che, per quanto mi riguarda potrebbero chiudere!
  • Scarpe da Pingù, diciamo da vestito. Ok, per i vestiti c’è solo un nome da segnarvi: CHURCH’S. Punto e basta. Non ve le potete permettere? Allora, a parte che se fate un investimento una volta potreste non dover più comprare un paio di scarpe da vestito per dieci anni, ma poi qui le imitazioni sono tendenzialmente ben fatte. Approfittatene. Per quei tre che non conoscono le Church’s sinteticamente vi dico che sono scarpe con lacci, duilio o meno, belle e basta.
  • Scarpe a PUNTA. Io non credo di dovermi dilungare molto perché una parola basta: DISPREZZO! Mi fanno schifo e, di conseguenza, provo lo stesso orrore per voi che le indossate. Ma siete pazzi o cosa?! Ma vi hanno insegnato due coordinate di estetica?! Ecco, ve le spiego io: le scarpe a punta vanno ripudiate in tutte le loro manifestazioni. Ok?! E’ chiaro?! Bleah!
  • SNEAKERS. Sbizzarritevi. Compratele: colorate, monocolore, compratele tutte e almeno con quelle siate fantasiosi, sempre rispettando un minimo di coerenza con i colori. Se vi vestite con maglione verde, per dire, evitate le scarpe fucsia ma mettetele con un pantalone blu in caso. Adidas, Converse, Nike, Saucony, New Balance, comprate quelle che vi pare ma COMPRATELE!

Qua 5 punti non basterebbero ma ci ritorno. Sicuro che ci ritorno.