Io ho una passione esagerata per Andrea Delogu. La trovo: bella, simpatica, brava, attraente, stilosissima.
L’altra settimana leggo che il marito, Francesco Montanari, é ai granai per presentare un libro e vado sperando di incontrarla per farmi autografare il libro che immaginavo di comprare lì.
Niente di tutto questo, non c’erano né lei né il libro che, essendo andato a ruba, era in ristampa.
Intanto ho acquistato il libro su Kobo nella speranza poi di comprarlo cartaceo e farmelo autografare da lei.
Quindi il libro di cui vi parlo è Dove finiscono le parole di Andrea Delogu che già avevo avuto modo di adorare come scrittrice ci La collina.
Il libro va letto perché é un libro ben scritto e divertente ma, soprattutto, il libro va letto perché ti fa conoscere un problema di molti che può rendere la vita se non difficile un pelo complicata da vivere.
Ho sempre sentito parlare di dislessia ma mai avevo focalizzato le difficoltà che può causare a chi ne è affetto.
Ecco, Andrea ci racconta la sua storia di dislessica. In realtà, ci racconta la sua storia di dislessica inconsapevole che da sola ha superato: anni di scuola; fiumi di parole; fogli di numeri; insulti non dovuti (laddove poi gli insulti lo siano mai!); incomprensioni; incapacità di arrendersi; perplessità genitoriali.
Guardate che penso sia pazzesco sentirti un cretino in un mondo di geni dove il cretino non sei tu. È pazzesco pensare di avere un problema ma non metterlo a fuoco e non avere nessuno intorno che lo fa per te ma non per malafede quanto per non conoscenza (mi pare brutto dire ignoranza).
Leggere il libro é una soddisfazione perché pagina dopo pagina ti rendi conto di quante difficoltà e punti bassi abbia dovuto vivere Andrea e poi realizzare: “però, ragazzi, sto leggendo il suo libro”: quindi, non solo ha preso atto delle difficoltà, le ha combattute ma niente di meno le ha sconfitte… sto leggendo il suo libro!
Il libro è prima di tutto utile a chi, come me, non ha mai avuto il problema e lo mette a fuoco ma soprattutto a chi potrebbe già averlo, e non se ne é accorto, o chi ha vicino qualcuno con queste difficoltà.
Andrea é bravissima ad alleggerire; la mamma é bravissima a farti commuovere ma senza esagerare.
La apprezzavo già ma ora, oltre ad apprezzarla, la stimo incondizionata per avercela fatta e per dare la possibilità di aiutare chi non é caparbio come lei e si é sentito (o potrebbe sentirsi) un fallito.
Non è un aiuto da niente farti realizzare: “guarda che non sei solo tu, guarda che con un po’ di aiuto puoi farcela”.
Andrea brava e voi leggetene tutti che fa bene al cuore questo libro.