Archivi tag: look

Sanremo 2020

Non ho scritto nulla su Sanremo, recupero ora.

Quest’anno non mi ha proprio interessata, neanche i vestiti. Non ho avuto il tempo e neanche l’ho cercato.

Giusto ieri sera, ho visto un pezzo di finale: mezz’ora, di più non ho retto. Ma non è per snobbismo, è proprio che avrei voluto ascoltare le canzoni e c’erano troppi intervalli, quindi mi annoiavano.

Comunque, pur non avendolo visto, non si può non sapere: basta aprire un qualunque giornale per rimanere aggiornati, su Twitter poi si parlava solo di quello è così mi sono scelta il meglio senza doverlo vedere.

Sugli abiti vi faccio una veloce carrellata:

  1. Diletta Leotta: vince il nero di EtroSalerno: bella e raffinata, giusti i tailleur, belli gli spacchi con quelle gambe poi;Francesca Sofia Novello: bella lei con la Ferretti che poteva fare molto di più, tra tutti scelgo questo:543250BD-2BAB-4555-BA94-EB207151C2A7
  2. Rula Jebreal, va sul sicuro con Armani Privè e fa bene;1580985851642.jpg--sanremo_2020__rula_jebreal___ho_dimostrato_che_le_storie_vere_sono_nazionalpopolari_
  3. Tosca: splendida in smoking;tosca-sanremo-2020_2708652
  4. Elodie: straordinaria con questo Versace, gli altri mi sono piaciuti meno, ma lei figaggine assoluta;1581117534685.jpg--
  5. Levante: al di là della noiosa scelta di vestirsi sempre uguale cambiando solo il colore ma poi, scusate, secondo me la gonna non le rendeva proprio giustizia;Grandi: ci vogliono abiti più strutturati, quello di ieri sera le stava oltre il male, quello della prima sera più adatto;Clerici: ha scelto un’alta moda di livello con Tony Ward;antonella-clerici-sanremo-2020
  6. uomini tutti dignitosi tra Armani e Dolce e Gabbana che hanno fatto man bassa e meno male.Smarcati gli abiti, vi commento solo altre 3 cose:
  1. Diodato, il vincitore, è un mio beniamino da sempre: bravo, colto, elegante, raffinato. Una canzone adatta e bellissima, un’interpretazione pulita, un look impeccabile. Bravo bravo bravo. Per la prima volta mi trovo d’accordo sul vincitore.
  2. Achille Lauro: il genio non è lui ma Alessandro Michele che lo ha interpretato, che ne ha fatto un personaggio, che gli ha costruito intorno una storia. Un plauso a lui per il coraggio di interpretarla ma in Achille Lauro non vedo nulla di trasgressivo. La canzone è brutta, il bacio gay mi auguro non sia più una trasgressione. Renato Zero ha fatto scuola mille anni fa.
  3. Morgan: il testo modificato per Brugo mi piace molto di più di quello originario. Bravo.

Bene, buon dopo festival a tutti.

Pubblicità

Le nozze di Figaro

Come più volte mi è capitato, sento il bisogno di raccontarvi non soltanto dei libri che leggo, dei film ma anche delle opere a teatro che vado a vedere.

Questa è la volta de Le nozze di Figaro al Teatro dell’Opera.

E, mi dispiace per voi, ma ho visto l’ultima replica.

Bellissima.

Inutile che vi stia qui a spiegare la musica di Mozart e il libretto di Da Ponte: lì non ci sono parole da sprecare. Opera buffa quindi divertente o comunque con lieto fine, musica meravigliosa.

Finito.

Posso però dirvi qualcosa sulla regia e la scenografia, sull’allestimento in genere, che è decisamente ultramoderno.

Vi dirò, mi è piaciuto. Anche molto direi.

Gli abiti di scena super fashion, a tratti pure troppo, e qui mi sento di poter intervenire:

1. mi permetto, per esempio, di suggerire che se una cantante è alta 1.90 e pesa 90kg forse il jeans super strappato con décolleté con tacco kitten di non più di 5cm si può evitare… il povero tacchetto scricchiolava sotto il suo peso e io mi sono distratta pensando che si spezzasse, più adatto il tacco dell’abito, di almeno 10cm che la sosteneva meglio;

2. ok lo smoking moderno ma l’orlo alla caviglia NO NO e ancora NO;

3. a Marcellina evitiamo di mettere abiti che non la facciano sentire a proprio agio, trattasi sempre di sig.ra over 50 che deve cantare e non pensare a quanto sta in imbarazzo, idem Barbarina con la camicia da notte micro;

4. 10 e lode al direttore d’orchestra super moderno con felpa e pantaloni in ecopelle ma se sei tutto vestito di nero, gli anfibi testa di moro scamosciati li lasci a casa per altra occasione!

Per il resto vi dico bello: elefanti da tutte le parti e un motivo ci sarà ed appena lo scopro ve lo faccio sapere; un piccolo problema di feticismo con i piedi per il leva e metti le scarpe e piedi nudi, ma tipo un’ossessione; inutili, senza senso e un po’ fastidiose le due donne nude nell’ultima scena che se è andata bene stanno con un raffreddore oggi.

Comunque bravi tutti, le donne di più: Cherubino (fantastica!), Susanna e la contessa su tutte. Mi ha entusiasmato più il Conte che Figaro ma insomma bravi tutti… meno io che ho scelto un palchetto laterale che ha causato torcicollo non richiesto… a tal proposito, vi consiglio di non fidarvi delle cartine virtuali di TicketOne.

Io scelgo altri posti per la prossima, voi organizzatevi.

Non mi raccapezzo

Io vi devo troppo parlare di questa cosa.

Dunque, mi piace tantissimo Instagram, è il mio social preferito attualmente.

Immagino lo conosciate tutti: è quel social dove si pubblicano foto per lo più e dove impazzano le stories, ossia la pubblicazione della storia di una giornata: quello che ti capita, come ti vesti, con chi esci, dove mangi etc. etc.

Può rientrare nel famoso contest dello #sticazzi, non metto in dubbio, ma nessuno deve sentirsi obbligato:

  • a stare su Instagram;
  • a visionare le stories degli altri.

Di base vige il principio di libertà di pensiero, espressione e parola, quindi se ci stai, e ti va, guardi; sennò ti fai i fatti tuoi e nessuno verrà mai a dirti niente.

BENISSIMO.

Instagram oltre ad essere una vetrina, un luogo virtuale in cui scoprire tendenze, per quanto mi riguarda anche brand nuovi etc. etc. è un posto dove spopolano le fashion blogger, e ci sta perché essendo il regno dell’immagine quale luogo migliore?!

Io adoro, invidio, stimo molto chi riesce a campare così e vorrei tanto farlo io ma quello di cui vi voglio parlare (ed alla 100sima riga arrivo al dunque) è il fenomeno di alcune “cesse” vere (e quando dico cesse, badate bene, non mi riferisco all’aspetto fisico perchè puoi essere una gnocca spaziale e non avere gusto) che si spacciano per fashionblogger, che hanno un sacco di followers e che lavorano di questo. Io mi chiedo: come cazzo è possibile? Soprattutto, perché?

Io dico che tendenzialmente:

  1. se non ti lavi mai i capelli e li hai (dichiarandolo) perennemente sporchi;
  2. se hai il gusto di una “zambra” brindisina;
  3. se non sai abbinare due cavolo di colori per nessun motivo;
  4. se la tua pelle è perennemente lucida;
  5. se i tuoi piedi sono senza smalto con i sandali e le dita in bella vista;
  6. se ti metti 10 volte lo stesso vestito;
  7. se hai il gusto di Barbie fior di pesca a 40 anni…

…non ti puoi spacciare per fashionblogger perché di fashion non hai proprio niente.

Devi fare un altro lavoro, non accetto che ti paghino per questa “cessità” (neologismo, vedo se l’Accademia della crusca me lo passa).

Ora, lo so, voi direte: “ma non li seguire questi personaggi” e avete ragione ma io studio fenomeni incomprensibili, per capire dove sbaglia il mondo o dove sbaglio io.

Penso anche che siano un modello da non pubblicizzare: perché una potrebbe pensare “e se ce l’ha fatta lei ma perché io no?!”, cioè lo possono pensare tutte ma magari qualcuna con un’intensità tale da  rovinarsi la vita dietro sogni irrealizzabili. Tra l’altro, spesso, c’è dietro la truffa dei followers: e di quelli che ti seguono e di quelli che ti mettono like ed in base a quelli ti cercano i brand e più brand ti danno prodotti e più ti crescono i followers, ma che ne sapete, è un circolo vizioso che magari è meglio non alimentare, ma non tutto fa schifo, perché ci sono anche delle persone veramente interessanti, quindi quando seguite stateci attenti. Valutate, vagliate e scegliete.

Se posso, nel mio piccolo, vi inviterei a non seguire quelle che rispondono ai punti da 1 a 7, a meno che non siate dei feticisti del capello sozzo ed allora è tutto concesso.

Bene, ve l’ho detto e passo e chiudo.

PS: ora non mi venite a fare il discorso “ognuno è libero di vestirsi come vuole; di lasciarsi i capelli sozzi  (questo no, scusate ma per me è intollerabile); di non curarsi i piedi” perché rientriamo nel qualunquismo del “grazie al cazzo” quindi dispensateci!

Presente!

Ieri mi hanno detto “E mi hai abbandonata, non so più che devo comprare per quest’estate!” e lo so, amiche, scusate ma qua avete presente il coniglio di Alice nel paese delle meraviglie?! Quello che scappa scappa e dice solo “è tardi, è tardi!”… ecco, fate conto che sono io in questo periodo.

Ma vi posso mai lasciare senza fare uno, dieci, cento, mille acquisti oculati e prima dei saldi?!

Mai sia… procediamo:

  • Lungo: ecco, la parola d’ordine questa deve essere: LUNGO per gonne e vestiti! Morbidi e lunghi, lunghissimi i vestiti; morbide e lunghe, lunghissime le gonne. Roba che, personalmente, le dovrei comprare da 0/12 per evitare l’orlo…ma ho già adempiuto al mio dovere. Non si può scappare e non fatelo perché, devo dire che sono bellissimi. Fiorati, a righe, a tinta unita, come vi pare ma prendetene almeno uno… poi sarà una droga e ne vorrete ancora e ancora. Non c’è bisogno di spendere un patrimonio perché Zara e H&M ne sono pieni, partite da lì poi se vi piacciono potete arrivare a spenderci qualcosa di più. E la domanda è: con cosa li indosso? E veniamo al punto 2…
  • Sandali flat. In tutte le declinazioni. Bellissimi e comodi. Già ve l’ho detto, ma lo ripeto: evitatemi i tacchi sotto le gonne lunghe che non li sopporto. Fanno subito “coatta di periferia”. Ammesse, ma con moderazione, le zeppe… solo sotto alcuni tipi di vestiti lunghi. Scrivete e mandate foto a vadobenecosi@gmail.com e vi sarà detto se sono i “tipi” che intendo. Deliziosi e da acquistare (anche perché costano poco!) i sandaletti “minorca” e le espadrillas in tutte le loro declinazioni.

So-Size-LOJA-891822_350_A

  • Fiori. Mi pare che già ve lo avevo detto ma ribadisco, quest’anno non si può prescindere dai fiori: delicati, più importanti, a mazzi, a petali: devono essere fiori. Su una maglietta, su un vestito, su un pantalone. Dove vi pare purchè siano fiori. A proposito di magliette, state molto attente che quest’anno è di moda l’ombelico… ora, se avete meno di 18 anni ok ma sopra i 18 io lo eviterei. Quindi, occhio alla lunghezza delle T-shirt. Per esempio da Zara non si prescinde dal corto, quindi provatele prima di fare l’acquisto.
  • Pantaloni. E qui un po’ complicato perché tendenzialmente vanno: a vita alta oppure a “zompa fosso”; extraslim o extralarge, non esistono le mezze misure o troppo larghi o troppo stretti; un po’ sotto al ginocchio volendo, che se non avete la fisicità di Gisele meglio soprassedere perché purtroppo la mezza misura esiste solo sulla lunghezza che, decisamente, penalizza.
  • Jumpsuit: ne parlo da un anno circa: la tuta va e lasciamola andare. A parte la salopette di jeans, di cui vi ho detto e che non potete non avere; ce ne sono un’infinità. Tante e bellissime. Personalmente adoro quelle di Patrizia Pepe che si è superata sull’argomento. Le tute hanno un solo, grosso, grossissimo difetto, sono un incubo quando ti scappa la pipì. Amen.

Torno per i saldi, eh… stay tuned!

Mi corre l’obbligo

Ma vogliamo un po’ parlare del look dei parlamentari durante le 4 votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica?! E perché no?!

In fondo è una cosa che adoro: sbirciare tra le foto per andare a vedere come si è conciato chi.

Non posso non cominciare con la vice presidente del Senato. Bè, ragazzi, che coraggio, che folta chioma rosso finto, che spettacolo di cofana!

Ma come può venire in mente ad una donna, per giunta di una certa età, per giunta con un ruolo istituzionale di andare da un parrucchiere e scegliere quel colore e decidere per quell’acconciatura. E ancora: come ha potuto trovare un parrucchiere che mettesse in atto quella folle scelta. Io veramente rimango basita certe volte dal non gusto delle persone. E sempre penso “devi essere una persona fondamentalmente sola, mi dispiace per te” perché diversamente un congiunto che ti dica “ma vai da un parrucchiere bravo che non ti si può guardare!” lo DEVI avere.

La Boldrini, caruccia, sobria e classicamente elegante. Diciamo senza infamia e senza lode.

La Boschi sempre la più fashion con varia fortuna. Casto il tubino grigio a maniche lunghe della prima votazione; da bocciare quello blu da ragazzina della seconda (se c’hai un po’ di sedere quel modello non ti può donare, te lo dico!); più adatto alla sua età quello dell’elezione con giochi geometrici e colori più sgargianti; elegante quello del giuramento .

La Madia non si commenta: è triste in tutte le sue manifestazioni, con boccolame da dama dell’ottocento annesso.

La Finocchiaro: classe.

La Meloni: perchè?! Cosa mi rappresentava quel vestitino da bimba alla prima comunione nero con stivale testa di moro?! Cosa mi rappresentava?!

La Bindi: non classificabile. Ma ti pare che vai al giuramento del presidente della Repubblica con il maglioncino lupetto grigio/beige. Roba da vergognarsi. Poi dice che berlusconi ti fa le battute… e ma come ho già detto “c’è pure un limite ad Uggly Betty!”.

Sugli uomini che vi dico?! Il grigio ha spopolato; e quello troppo chiaro di Vendola anche “no grazie!”; sorvolo sul jeans di Calderoli perchè solo un pietoso velo si può stendere e sarebbe necessario stenderlo su di lui; il bluette di Di Maio, ormai è stato sdoganato da Renzi alla marcia francese, che gli puoi dire?! Il più elegante Scalfarotto.

Perquanto riguarda il Presidente, fossi stata nella figlia per il giorno del giuramento gliene avrei consigliato uno blu. Poi, però, vedendo la figlia, ho capito pure perché il grigio scuro che indossava il padre. Gesù Maria, quanta infinita tristezza lookaiola si celava su quegli scanni della Camera alla sezione “famiglia del Presidente!”.

Andrò oltre, per carità, ma l’occhio vorrà pure un minimo la sua parte?! O no?!

PS: al ministro dell’economia greco che se ne va in giro per l’Europa con quel look finto scanzonato da buttafuori in discoteca dico: “lo scanzonato lascialo a casa, mettiti una cazzo di cravatta ed una camicia bianca! Devi andare in giro a parlare di economia, magari la discoteca nel week end e se t’avanza tempo!”.

Capellomania

Lo so lo so che già ho scritto sull’argomento ma ho bisogno di tornarci per dare qualche suggerimento

Punto UNO. Uomini, cortesemente, NON vi tingete. Siete ridicoli, davvero ridicoli, Il brizzolato piace, dà quell’aria di maturità che non guasta mai, soprattutto se siete intorno ai 40 o li avete superati. E’ naturale, non c’è niente di peggio di vedere un viso rugoso con una tinta mogano; vi prego, NON vi tingete. Ascoltatemi. Tutte le volte che ne vedo uno, e questa settimana mi è capitato almeno un paio di volte, non posso non pensare alla scena di voi seduti dal parrucchiere con la tinta in testa. Dai, è imbarazzante solo il pensiero. NON sembrate più giovani, solo più ridicoli. Vi prego, fermate ‘sto scempio!

Punto DUE.. Donne, i capelli raccolti ok ma solo se non avete un faccione perché si noterà di più. A parte che, come già detto, li preferisco corti (ma questo è gusto personale) però, se li volete lunghi, lasciateli tali. Per esempio, la Boschi che personalmente ritengo non sia proprio un cesso, ecco legati no, le viene fuori una faccia e due orecchie che andrebbero divise a metà.

Punto TRE. Uomini, E’ molto meglio un uomo rasato di uno: calvo o con la chierica. Se i capelli sono andati inutile rimpiangerli con un riporto; se avete una stempiatura, che sono due, inutile cercare una frangetta improbabile anche qui ci fate caso solo voi e, a limite, vi farete notare per il contrario, lasciateli andare senza rimpianti. Puntate su altro, il capello personalmente è l’unica cosa che non noto in un uomo. Compensate con la barba che, se siete pelati, sarà foltissima, vi darà quel non so che di intrigante che farà, vi assicuro, scordare a tutte la carenza di capelli in testa; poi meglio pelato che parruccone.

Punto QUATTRO. Donne, i boccoli ad una certa età no more. Se siete ricce ok ma se ve li dovete far fare col ferro o col bigodino dal parrucchiere non è più cosa. Dai, le attempate Candy Candy hanno fatto il loro tempo, mollate e nessuno si farà male.

Punto CINQUE. Uomini, ad una certa età il codino anche basta. Non siete più una rock star, non lo siete mai stati e non lo diventerete; non siete neanche Fiorello che, maledetto, col karaoke c’ha rovinato la vita. Quelle code di topo brizzolate o (ahimè!) anche tinte, che si vedono in giro, fanno venire l’orticaria. Stop coi Rolling Stones.

Punto SEI. Donne, i capelli crescono velocemente ok?! La tinta va fatta ogni 20/30 giorni a seconda della vostra ricrescita. Non mi fate vedere quel centimetro bianco che mi manda al manicomio, è unwatchble; se poi proprio non avete tempo cercate un’acconciatura che vi aiuti: please!!!

Punto SETTE. Uomini e Donne, c’è un età per ogni capello ed un capello per ogni età… assecondate la natura, a volte ne sa molto più di noi.

Miscellanea

Lo lo so, probabilmente dovrei parlare dell’art. 18.

Ma ne parlano tutti e quindi io non lo farò, anche perché non mi sembrava una cosa urgente in questo momento; non era una battaglia da intraprendere ora; non era una battaglia da intraprendere in generale; non è l’art. 18 il problema dell’economia italiana e non è certo lui il motivo per il quale gli investitori stranieri non investono da noi. Poche balle, Matteo.

Lo so lo so, probabilmente dovrei approfondire questo tema ma sapete che vi dico? Non mi va! Lo fanno in tanti, lo fanno tutti (e ben più autorevoli di me) quindi io parlerò di altro.

Parlerò del mio modo di smuovere l’economia nazionale perché una delle domande che mi si pone più spesso è: “ma tu quanto spendi in abbigliamento?”; allora, diciamo che la prima risposta che mi viene in mente è “sono solo fatti miei!”, come il vecchio spot, poi, visto che non sono scorbutica rispondo “Meno di quello che puoi pensare!”.

Questo ora perché prima no; prima, quando me lo potevo permettere vivendo con i miei, prendevo lo stipendio e lo dilapidavo in negozi strafichi; mi ricordo ancora la mia prima busta paga presa in RAI, in Lire (quindi non proprio niente!) regalata a Blue Marlin… noto negozio pariolino di Roma.

E va bè, bei tempi ma anche abbastanza stupidi perché è facile sapersi vestire spendendo una fortuna (e certo pure lì se non hai gusto non ce l’hai e basta, hai voglia a spendere!); è facile entrare in un negozio solo e vestirsi da capo a piedi con l’aiuto delle commesse, speriamo sagge; è facile essere fico con total look Armani, per dire.

La vera sfida è un’altra: è quella di fare mix e cioè comprare un vestito da Oviesse, le scarpe da Twin set, il giacchetto da Zara e partire di slancio.

E’ questo che mi diverte della moda ed è questo che mi permette di cambiarmi tutti i giorni 🙂 e di smuovere l’economia nazionale.

Le mie rubriche preferite sono quelle in cui i giornali partono da un look proposto da grandi stilisti e te lo ripropongono simile spendendo meno della metà.

Ed è quello che faccio io, almeno che cerco di fare!

Questa estate mi ha dato grasse soddisfazioni l’allegato look.

Sono partita da foto su catalogo Twin set che tra scarpe, vestito e giacchino mi sarebbe costato € 500 con i saldi… me la sono cavata con € 95. Come ho fatto??? Facile: studio, mi documento, giro. Va bè, sono stata anche fortunata stavolta trovando: vestitino in pizzo Oviesse 20€ ; giacchetto Only su Amazon 25€ ; scarpe Tommy Hilfiger in Outlet Soratte 50€ .

Però, i miei consigli sono: non fermatevi alla prima vetrina, ce ne sono mille altre e c’è internet (sfruttiamolo!); non c’è bisogno di spendere sempre 200€ per un vestito che si metterà un paio di volte in una stagione, se ne possono spendere 20; ci sono io ad aiutarvi con vadobenecoi@gmail.com se non siete capaci da sole, chiedetemi:  a volte basta la borsa a fare la differenza. Eh sì, perchè, come vi ho già detto, si può lesinare su tutto ma non sulle borse… quelle sì che fanno la differenza, ma loro meritano un post a parte, ci torneremo… ah, se ci torneremo!

IMG_4186.JPG

Vado bene così?!

Non so a voi ma a me sempre più spesso arrivano dei messaggi su whatsapp del seguente tenore “aiuto, devo andare ad una festa e non so cosa mettere” oppure mandano foto e poi “vado bene così?” o ancora “per un matrimonio meglio questo o quest’altro vestito?!”.

Lo faccio anche io, lo facciamo tutte.

E a me, come potete immaginare, piace moltissimo dare questo tipo di consigli e ne sono sempre lusingata.

L’altra sera, per esempio, una delle mie migliori amiche (che è?! A me una non basta, ne ho diverse e allora?!), insomma, una di loro mi ha scritto: “aiuto, per quella data festa avevo deciso i jeans e ora mi stanno dicendo che non vanno bene”. Allora, intanto la prima domanda da porsi è: “stanno dicendo chi?!” perché se te lo dice tua nonna o tua zia che pare tua nonna o la tua amica che sembra la zia di tua nonna, lo “stanno dicendo” non vale ora e non varrà mai. Per una festa, a meno che non sia al teatro dell’Opera a meno che non sia una festa di matrimonio (e pure qui con i dovuti distinguo!), i jeans vanno più o meno sempre bene. Ovviamente con tacco; ovviamente con qualcosa di molto appariscente sopra o sotto: vanno sempre bene! E infatti: non li ha messi, salvo poi dirmi il giorno dopo “la più fica della festa stava in jeans e non ero io!”.

Lo vedi?! Allora, io sono anche disposta a consigliare ma se poi non mi si sta a sentire è “un cavolo e tutt’uno” come si dice a Roma, no?!

E dunque, amiche  e amici (perchè non è che i consigli si danno solo alle donne, gli uomini ne hanno anche più bisogno a volte!), che avete una qualsiasi cosa da fare: sia essa una riunione importante in ufficio, sia esso un incontro galante, sia essa una cerimonia, sia essa una cena con la suocera: scrivetemi a vadobenecosi@gmail.com, riceverete immediata risposta e, se sarete tantissimi, apriremo rubrica “vado bene così?!”.

Sia chiaro che non ho la pretesa di dettare moda a nessuno, trattasi di “consiglio assolutamente personale per dubbi assolutamente impersonali”.

I’m waiting for you.

Donna felicità

Ieri mattina tutti i siti dei giornali avevano, nell’ordine, queste tre notizie:

  1. il matrimonio della Canalis, con Belen che le ruba la scena;
  2. l’elezione di Miss Italia;
  3. la Boschi alla festa dell’Unità.

Allora, mi corre l’obbligo di dire la mia al riguardo.

Con riferimento al punto 1) la prima cosa che mi viene in mente è: Elisabetta, fammi vedere il vestito. Girano ovunque le stesse foto e lei è bellissima e felice ma dentro una nuvola. Ora io dico, se guardo le foto è solo per vedere il vestito da sposa e non mi posso accontentare di una nuvola bianca. Chiaro?! Capisco che avrai dato l’esclusiva a qualcuno e allora: pubblicate ‘ste foto, così mi rassegno. Io poi impazzisco per i matrimoni, un po’ perché sono un’inguaribile romantica, un po’ (e forse soprattutto!) perché devo vedere i vestiti di tutti e qui arriviamo a Belen, che è indubbiamente una gran furba. Fin troppo intelligente, secondo me, perché qualunque cosa faccia trova il modo di far parlare di sè e che è riuscita a mettersi stavolta?! Praticamente niente, era nuda, e d’altronde se non si spoglia lei chi lo deve fare?! Però, carissima, rubare la scena alla sposa non si fa! Molto più bella e discreta l’amica del cuore, la Corvaglia. Brava lei.

Di Miss Italia, non so che dirvi. L’ho sempre trovata una cosa inutile, non mi è mai piaciuta e non mi trovo mai d’accordo con la giuria. Di bellissime ogni nazione è piena e sceglierne una mi sembra una cosa al quanto riduttiva, ma c’è sempre stata e ci sarà e io continuerò a non guardarla e a non essere d’accordo con la giuria. E pace.

E arriviamo alla Boschi. Io dico solo PO-VE-RAC-CIA! E questo nulla ha a che vedere con il lavoro che sta facendo perché chi ne parla?! Della Boschi a breve sapremo quante volte va al bagno, ma tutti dimenticano che è un Ministro della Repubblica, perché a nessuno interessa e questo mi fa una tristezza infinita. Di contro, però, sappiamo come si è vestita in tutte le occasioni ufficiali: di chi era il tailleur della parata del 2 giugno (Zara); di chi era il vestito che ha indossato al matrimonio del fratello (Gucci); quanti buchi di cellulite ha sul sedere (se ne ha!); ma io dico: perché?! Ma possibile che se una sta in un posto di potere, e non è una cessa, si deve stare ad analizzare pure le sopracciglia senza concentrarsi su quello che veramente sta facendo?! Ci mancava la sua cessa (questa sì) compagna di partito, della Bindi, a criticare le belle ministre del Governo. E dai! Personalmente la Boschi mi fa simpatia, anche se non mi sento di esprimere giudizi sul suo operato vuoi perché qui stiamo parlando di gossip/moda, vuoi perché mi risulta difficile trovare qualcosa che abbia fatto in questi mesi, a parte, ovviamente, uscire con tizio e caio, camminare in un certo modo, farsi lo shatush etc etc.

Per sintetizzare i punti 1), 2) e 3) mi verrebbe da dire: va bene che “donna è felicità” ma ricordiamoci che “oltre le gambe c’è di più”… lo so, una cagata ma è un’ora che penso a come chiudere questo post e non m’è venuto niente di meglio. Perdonatemi.

Take your time

É una settimana ormai che è iniziato settembre ed è da una settimana che sento e leggo i buoni propositi da iniziare con questo mese, partito, peraltro, di lunedì quindi meglio di così si muore!

Non so perché settembre, o meglio, lo so: è un po’ come gennaio che è un “inizio” ma settembre di più; è sempre stato un “nuovo inizio”. Non so bene perché, sicuramente c’entra il retaggio scolastico, sicuramente c’entra il fatto che uno torna dalle vacanze; fatto sta che tutti sono pronti a ricominciare di slancio in questo nono mese dell’anno.

E io?! E io… boh! Io…

  • cerco di sopravvivere;
  • mi attacco al Dio delle piccole cose per ricominciare nella mia routine, tipo cercare di ricordarmi che sulla vespa ci vuole il casco e cercare di ricordarmelo prima di salirci, il che, vi assicuro, non è facile;
  • faccio liste e le disfo;
  • cerco di farmi piacere lo svegliarmi la mattina inventandomi nuovi look per andare in ufficio. In particolare, cercando di trovare nell’armadio tutte le sfumature di colore da abbinare alla nuova borsa di Cruciani, arrivata a fine luglio e poco usata;
  • mi sforzo di farmi venire la voglia di tornare in palestra, ipotizzando attività fisiche mai provate che mi aiutino a riattivare i muscoli in beato relax;
  • mi ingegno a trovare soluzioni, che purtroppo non ci sono, per aiutare le mie amiche del cuore a superare momenti difficili e impazzisco perché non ci riesco, perché non sempre c’è una soluzione, perché bisogna solo aspettare che “passi la nottata”;
  • ipotizzo il prossimo viaggio, le prossime ferie, il prossimo week end e simulo andate e ritorno da Marte;
  • faccio i miei buoni propositi, tra cui quello di stare lontano da persone che ti chiamano e non ti chiedono manco “come stai?” perché sono troppo prese da sé;
  • esigo di mantenere la mia tranquillità e la mia voglia di essere libera di decidere di dire un sì oppure un no;
  • tengo fede al motto giordano del “take your time” che poi è l’unica cosa che conta. Provateci anche voi e vedrete che, alla fine,  non serve molto altro per ricominciare… o almeno è quello che mi ripeto da 8 giorni :-)!