Io vi devo troppo parlare di questa cosa.
Dunque, mi piace tantissimo Instagram, è il mio social preferito attualmente.
Immagino lo conosciate tutti: è quel social dove si pubblicano foto per lo più e dove impazzano le stories, ossia la pubblicazione della storia di una giornata: quello che ti capita, come ti vesti, con chi esci, dove mangi etc. etc.
Può rientrare nel famoso contest dello #sticazzi, non metto in dubbio, ma nessuno deve sentirsi obbligato:
- a stare su Instagram;
- a visionare le stories degli altri.
Di base vige il principio di libertà di pensiero, espressione e parola, quindi se ci stai, e ti va, guardi; sennò ti fai i fatti tuoi e nessuno verrà mai a dirti niente.
BENISSIMO.
Instagram oltre ad essere una vetrina, un luogo virtuale in cui scoprire tendenze, per quanto mi riguarda anche brand nuovi etc. etc. è un posto dove spopolano le fashion blogger, e ci sta perché essendo il regno dell’immagine quale luogo migliore?!
Io adoro, invidio, stimo molto chi riesce a campare così e vorrei tanto farlo io ma quello di cui vi voglio parlare (ed alla 100sima riga arrivo al dunque) è il fenomeno di alcune “cesse” vere (e quando dico cesse, badate bene, non mi riferisco all’aspetto fisico perchè puoi essere una gnocca spaziale e non avere gusto) che si spacciano per fashionblogger, che hanno un sacco di followers e che lavorano di questo. Io mi chiedo: come cazzo è possibile? Soprattutto, perché?
Io dico che tendenzialmente:
- se non ti lavi mai i capelli e li hai (dichiarandolo) perennemente sporchi;
- se hai il gusto di una “zambra” brindisina;
- se non sai abbinare due cavolo di colori per nessun motivo;
- se la tua pelle è perennemente lucida;
- se i tuoi piedi sono senza smalto con i sandali e le dita in bella vista;
- se ti metti 10 volte lo stesso vestito;
- se hai il gusto di Barbie fior di pesca a 40 anni…
…non ti puoi spacciare per fashionblogger perché di fashion non hai proprio niente.
Devi fare un altro lavoro, non accetto che ti paghino per questa “cessità” (neologismo, vedo se l’Accademia della crusca me lo passa).
Ora, lo so, voi direte: “ma non li seguire questi personaggi” e avete ragione ma io studio fenomeni incomprensibili, per capire dove sbaglia il mondo o dove sbaglio io.
Penso anche che siano un modello da non pubblicizzare: perché una potrebbe pensare “e se ce l’ha fatta lei ma perché io no?!”, cioè lo possono pensare tutte ma magari qualcuna con un’intensità tale da rovinarsi la vita dietro sogni irrealizzabili. Tra l’altro, spesso, c’è dietro la truffa dei followers: e di quelli che ti seguono e di quelli che ti mettono like ed in base a quelli ti cercano i brand e più brand ti danno prodotti e più ti crescono i followers, ma che ne sapete, è un circolo vizioso che magari è meglio non alimentare, ma non tutto fa schifo, perché ci sono anche delle persone veramente interessanti, quindi quando seguite stateci attenti. Valutate, vagliate e scegliete.
Se posso, nel mio piccolo, vi inviterei a non seguire quelle che rispondono ai punti da 1 a 7, a meno che non siate dei feticisti del capello sozzo ed allora è tutto concesso.
Bene, ve l’ho detto e passo e chiudo.
PS: ora non mi venite a fare il discorso “ognuno è libero di vestirsi come vuole; di lasciarsi i capelli sozzi (questo no, scusate ma per me è intollerabile); di non curarsi i piedi” perché rientriamo nel qualunquismo del “grazie al cazzo” quindi dispensateci!