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Festival di Venezia nr. 76

Sento il bisogno di farvi un paio di commenti sul Festival di Venezia.

O meglio, non sul Festival ma sui look visti al Festival, ovviamente.

Intanto vi segnalo un’iniziativa davvero carina: il brand Twin Set ha inventato il “Please, don’t buy” ossia dal 19 settembre uscirà una collezione, il cui corner si troverà presso gli store monomarca Twin set, con abiti che non si potranno acquistare ma affittare. Sul red carpet, varie influencer, hanno indossato gli abiti della collezione. Su tutte vi segnalo Paola Turani che io trovo bellissima in questo abito blu. Bellissima.

Promuovo a pieni voti la Mastronardi, più in Armani che in Valentino. In Valentino mi sembra davvero troppa roba; azzeccato anche il Gucci; ma in Armani penso sia la perfezione così come Cate Blanchett che non si potrebbe immaginare “più” perfetta.

Armani
Gucci
Valentino

Devo invece segnalare una cosa che mi ha mandato al manicomio: io non amo

Manila Grace, credo che sia un brand sopravvalutato e poi fa più o meno sempre le stesse cose. Penso sia la prima volta che va a Venezia, in ogni caso ho visto il red carpet di Melissa Satta (vabbe, si potrebbe scrivere un’enciclopedia sul perché Melissa Satta debba stare a Venezia ma soprassiedo!) e poi di un’altra al suo primo Red carpet (Nataly Osman, che non ho idea di chi sia ma sicuro non un’attrice) e udite udite le ha vestite praticamente uguali. Un pantalone ed un blazer over size sopra… la differenza sta nello scollo della giacca e impercettibilmente anche nel pantalone, ma una sola domanda: perché?!?! Al di là del discutibile effetto fotocopia ma ribellatevi!!! Vabbè che è già un miracolo per le due stare su quel red carpet ma una volta lì sopra almeno puntate all’originalità, fatevi ricordare per quello e non per aver indossato una giacca del tutto simile a quella dell’altra.

Io veramente boh!

…segue che il Festival non è finito!

PFW

Ovviamente, dopo aver seguito la Milano Fashion Week, ho seguito per voi anche la Parigi Fashion Week che più che una week mi pare sia durata 10 giorni!

Comunque: a Parigi gli stilisti si scatenano, ma non tanto per gli abiti quanto per le sfilate. Mi verrebbe da dirvi il trionfo dell’assurdo: il primo è stato Alessandro Michele con Gucci, che voi sapete che amo, ma stavolta proprio non riesco a difendervelo, non mi è piaciuto nulla: ‘sti uomini mezzi sciancati, abiti davvero improbabili e la sfilata scomodissima in teatro. Ora io capisco che bisogna sempre in qualche modo stupire ma si può fare anche meno mi viene da dire. Vogliamo parlare di questo “poro cristo” di modello con il caschetto!? O del biondino in trench?! Io poi Topolino l’ho sempre odiato, figuriamoci se spendo triliardi per una borsa.

Perché, dico io, non stupire con la bellezza, come ha fatto la Chiuri per Dior che si è affidata per la sfilata alla danza, con ballerini che danzavano in mezzo alle modelle su coreografia di Sharon Eyal. I colori, l’atmosfera, la musica, la danza: la BELLEZZA. Ma che ne dobbiamo parlare?!

Sulla scia della follia e della voglia di stupire a tutti i costi c’è stato anche Thom Browney, io vi avrei fatto vedere la sfilata: queste povere modelle con un’impalcatura improbabile addosso, con tacchi vertiginosi, che camminavano ad 1 all’ora, non so quanto sia durata la sfilata, forse un paio di giorni. Io dico non che non siano artisticamente apprezzabili ma gli abiti andrebbero indossati e chi se li mette questi?!

Al di là di questi il mio “Bene, molto bene, benissimo” lo direi a:

  1. Balmain, un po’ furturista ma spaziale:
  2. MaisonMargiela lineare, pulita, top:
  3. Giambattista Valli, che adoro con le sue lunghezze sfalsate anche se in alcuni casi sembra un po’ da fantasma dell’Opera ma perché no?! Tra l’altro dice che si sia ispirato ad un incontro immaginario tra Yoko Ono e Pier Paolo Pasolini tra gli scenari descritti nel libro “L’odore dell’India”.
  4. Valli

Poi ho 3 standing ovation per Valentino, Givenchy e Stella McCartney:

Valentino
Valentino
Givenchy
Givenchy
Stella
McCartney

E dopo Dior l’allestimento più bello è stato quello di Chanel, che ha messo in scena il mare, con tanto di modelle che camminavano sulla sabbia e che dovevano infilarsi di nuovo le scarpe per sfilare. Io adoro, Karl!!! Per quanto riguarda gli abiti tante spalline giganti (che odio) ma la solita classe.

Per finire un po’ di polemica c’è stata sulle sfilate di YSL e Celine per l’anoressicità (lo so è un termine che non esiste!) delle modelle. Ora in un’epoca in cui ce la menano pure troppo sul corpo femminile, sullo stile curvy, su metti kg, togli kg, si possono far sfilare loro?!

E anche da Parigi è tutto. Tanti saluti.

MET GALA

Avete sentito mai parlare del Met Gala? Sicuramente sì.

Per quei due o tre che non lo sanno, trattasi di una festa che si tiene ogni anno a New York, e più precisamente al Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute, per la raccolta fondi proprio di questo istituto. E’ un’occasione, però, che serve a celebrare la moda e gli stilisti di tutto il mondo. Al di là dei vari red carpet che si susseguono nel corso dell’anno, il Met Gala serve a liberare l’estro degli stilisti, a volte anche troppo e tra l’altro gli stilisti sono presenti di persona, con le loro creazioni quindi è interessante anche per questo.

Ora perché ve ne parlo quest’anno? Perché quest’anno ho visto una tale quantità di brutture che avevo piacere a condividerle con voi. Dal momento che il tema  era il rapporto tra moda e religione cattolica (se mai poi ce ne sia uno), gli stilisti si sono sbizzarriti nell’effetto: “santi addobbati a processione”. 

Dunque, partendo dal presupposto che “Less is More”: Rhianna si è presentata vestita da San Gennaro, come ha avuto modo di far notare qualcuno:

Rihanna
Maison Margiela Artisanal by John Galliano

La Perry è diventata un angelo del purgatorio e Sara Jessica Parker una madonna delle fratte addobbata a festa (e male!) con addirittura una gabbia per uccelli in testa:

Ora io mi chiedo: perché?! Cioè, puoi essere bellissima e ti fai trasformare in una cozza dorata, che al porto di Olbia se ne vedono di meglio. Mi sfugge proprio il motivo.

Per esempio si poteva essere bellissime, rivisitando la figura dell’angelo, come hanno fatto loro in: bianco, oro nero. 

 

Perché non trattare poi il tema cardinalizzio o sarebbe  meglio dire perché trattarlo se il risultato è questo…

Poi c’è chi se n’è proprio fregata del tema o voleva essere una di quelle corone di fiori che si usano per i funerali e si è fatta vestire così (ma io lei non la sopporto e non faccio testo):

george-clooney-amal-met-gala-2018

Potrei stare qui ore ma vi faccio giusto: dare un’occhiata a Gesù, in due comode alternative (prima e dopo la resurrezione) accompagnati dalla Maddalena con il cuore sacro

met-gala-michele-lana-del-rey-jared-leto-643x748ed  alla coppia più bella del mondo, per farci rimettere in pace con l’universo:

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Per il resto mi sento di sintetizzare tutto l’ambaradan come ha fatto Cattelan in Gucci:

 

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Al prossimo MET, speriamo con un tema più adeguato!

Oscar 2018

In questa mattinata uggiosa e triste per il popolo italiano mi sento di dovervi parlare di  cose serie.

Vorrei affrontare con voi i look della notte degli Oscar 2018.

Incredibile ma vero: Armani, che ha vestito svariate star, per la prima volta in vita sua mi ha deluso con il vestito della Kidman:

Kidman

(belle le scarpe Laboutin però)…

e di quella cessa protagonista di La forma dell’acqua:

Cessa

(le spalline, la non scollatura, il colore… tutto NO!).

Male anche Valentino con quella dei 3 manifesti:

3manifesti.png

… ma ti vuoi dare una cazzo di truccata e una pettinata soprattutto… ma che cos’è?!

La mia vincitrice è lei:

Winner

 

Mi piace tutto: vestito (Chanel), capelli, borsa, orecchini. Direi PERFETTA, anche se ignoro chi sia.

Non vorrei commentare la Hayek in Gucci… ma mi corre l’obbligo di lamentarmi del lampadario:

Hayek

Vuitton, invece, forse pensava che Emma Stone dovesse andare ad un convegno  e le ha disegnato un tailleur da donna in carriera, che manco ai cani:

Vuitton

Sempre top la Streep in rosso Dior:

Meril

… anche se, forse, faceva bene a farsi una manicure:

Manicure

Per il resto, ragazzi miei, tutto già visto… molti abiti di questo tal: Cristiano Siriano che, francamente, non mi pare dirci nulla di nuovo:

Siriano.PNG

In chiusura ho bisogno di farvi vedere lui che per me doveva vincere tutto e che si è presentato con la mamma, ELIO, in Berruti:

Elio

… da Hollywood è tutto, a voi studio.

Ho detto: NO

L’altro giorno in uno dei 200 gruppi whats’app in cui sono (devo dire in uno di quelli più divertenti!) una mia nuova amica (mezza psicopatica che si sente esclusa dall’universo… ti adoro e lo sai 🙂 ) chiede: “ma le splipper mules?!” allegando la seguente foto.

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La mia risposta è stata un semplice, conciso, secco: NO!

Ora, ragazzi/e, voi sapete quanto io ami la moda, ma sapete anche quanto affermi che “se una cosa è brutta, non mi interessa che vada di moda: io non la indosserò!”.

Ora, al di là della scelta della mia amica che tra tutte forse ha scelto le più brutte (per quanto griffatissime) secondo voi come meglio potrebbero catalogarsi queste scarpe se non CIAVATTE?! Badate bene che ho scritto “ciavatte” e non “ciabatte” perché il romano viene in soccorso in alcuni casi, in quanto dà proprio il senso della sciattaggine che è intrinseca nell’oggetto.

Al di là del fatto che io odio le ciabatte anche in casa, piuttosto raffreddore tutto l’anno ma non riesco a metterle neanche tra le mura domestiche, figuriamoci se mi viene in testa di uscirci e magari spendere fior fiori di € per averle ai piedi.

Ora Alessandro Michele (stilista di Gucci, lo dico solo per quei 4 che non lo sanno) è un estroso e questo tipo di “ciavatte” devono piacergli parecchio perché le propone in varie salse, per uomini e donne…

…purtoppo, però, non è l’unico… la Ferragni ne fa spesso sfoggio e le ha prodotte con il suo brand; poi Steve Madden; poi Prada; poi D&G…

e tutti prevedono prezzi che vanno dai 200 ai 1.000€.

A questo punto mi sento di darvi un consiglio: all’inizio della strada in cui abito, ma comunque ce ne sono a centinaia sparsi sul territorio italico, c’è Risparmio casa. Ora in genere, davanti alle casse per lo più, installano dei fantastici stand con le ciavatte (da uomo e da donna) che vanno dai 10 ai 12€ . Ecco, io penso che di più un paio di pantofole non debbano costare perché, se proprio non se ne può fare a meno, IN CASA CI SI DEVE STARE CON LORO, quindi spendere più di tanto mi sembrerebbe un sacrilegio, un oltraggio alla corona, un attentato alla Costituzione.

Non uscite dal seminato: ciabatte in casa; scarpe fuori… e, quando dico, “scarpe” penso a tutta un’altra cosa!

Siete stati avvertiti.

Moda maschia

Mi hanno chiesto perché non ho scritto un post sulla moda maschile autunno/inverno 2015/2016.

Ci ho pensato un po’ ed ora qualcosa ve la posso dire.

Per voi, e solo per voi, mi sono riempita gli occhi di fusti in passerella.

Che duro lavoro!

Ma, soprattutto, che scempio a volte vederli deturpati da vestiti che manco se esci da un cassonetto di quelli per gli indumenti.

Io capisco lo spettacolo, capisco che bisogna fare spettacolo ma si possono mettere in scena ragazzi, uomini, maschi con maglioni fucsia e capelli a tema come hanno fatto da Slibing oppure muccati o zebrati come da Moschino, ma si sa io quello non lo sopporto.

(Per inciso, riguardo a Moschino, ho scoperto che hanno dato un premio a Jeremy Scott … a Losa Angelese… e giuusto e SOLO là… più ci penso e più mi vengono i nervi… ma andiamo avanti!).

Per fortuna a ristabilire le cose ci ha pensato re Giorgio che, a parte i pantaloni corti e con le pences, è sempre il più elegante, fascinoso, perfetto.

Poi D&G con i damascati ma anche gli smoking impeccabili; e Dior con il principe di Galles; Lanvin con le giacche molto lunghe o cortissime; Versace con i suoi maschi impomatati; Bikkemberg che li ha lasciati tutti a torso nudo; e super Gucci, il cui maschio femmineo è stato creato in meno di una settimana dal nuovo direttore creativo Alessandro Michele.

Insomma, si vede di tutto alle sfilate e sempre mi viene da pensare: “ma chi se le deve mettere ‘ste cose?!” poi, per fortuna, interviene il gusto della normalità e, grazie a Dio, sulle strade vedremo, preferendolo, l’uomo animale e non l’uomo animalier!

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In bocca al lupo!

Caro Alessandro Michele, in bocca al lupo!!!

Sono davvero felice per te perché a volte i sogni si avverano.

Ora voi direte: e chi è Alessandro Michele?

Bè, Alessandro Michele è il nuovo direttore creativo di Gucci.

Già braccio destro di Frida Giannini è stato scelto come suo successore: 42 anni, romano, aspetto da Guru con barba e capelli incolti e look un po’ grunge.

Quando ho saputo che Frida (mia sorella!) avrebbe lasciato la maison sono caduta nello sconforto perché adoro Gucci ed adoravo le sue creazioni. Penso che sia stata bravissima nel suo lavoro. Fantastica!

Poi un giorno, su un giornale leggo che lei e il marito (AD della maison) lasceranno la casa di moda e ho pensato: nooooooooooooooooo! E ora?! Qua è un attimo che ci mettono un incapace che fa i pupazzetti come hanno fatto da Moschino?! Oppure che cominceranno a cercare e poi snaturare una delle mie griffe preferite.

Perché Gucci è Gucci: stile, classe, pochi eccessi, perfezione. Per me sta nell’Olimpo con Armani e Valentino ed accettare che andasse nelle mani di chicchessia è stato un duro colpo.

Poi i nomi che avevo sentito: Dio ci aiuti.

Comunque, Frida doveva rimanere fino alla collezione donna autunno/inverno 2015/2016 (quindi marzo 2015!) e invece settimana scorsa il colpo di scena: la collezione maschile è stata rivoluzionata e rifatta (o almeno così ho letto) da Alessandro Michele, in una settimana e Frida ha mollato prima.

E vedi la collezione e capisci che Alessandro Michele è bravo, è genio, è Gucci.

Poi ieri sera leggo l’annuncio e sarà lui a prendere il posto della Giannini, lui suo braccio destro dal 2011, proprio come nel 2006 Frida aveva preso il posto di Tom Ford.

Bè, bravi. Bello, sono contenta.

Bravo Alessandro, bravo chi l’ha scelto e in bocca al lupo a tutti… poi se vi avanza una borsa la mia casa è sempre disponibile ad adottarla! Io ve lo dicco, poi fate voi.

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D, e, f…

Più o meno sistemate le scarpe devo darvi qualche delucidizione sulle borse che per me, tolto, il brillocco di Tiffany, valgono tanto quanto un gioiello. Le amo in quasi tutte le loro manifestazioni, Mi rendono sempre felice.

Mi piacciono tanto, tantissimo, troppo.

Vorrei parlarvi solo delle basi, non molto altro perché ci sarebbe da scrivere un libro.

  • La Tracollina. Come molti di voi sanno leggendo questo blog è la mia mancanza per eccellenza, non ce l’ho, non so se mai l’avrò. Com’è possibile direte voi? Ed è possibile perché quando io parlo di tracollina parlo solo di quella per eccellenza: La tracollina di Chanel! Bella, perfetta, unica. La amo, la voglio. Magari prima o poi l’avrò. L’anno scorso in un locale ne ho vista una perfetta, che rendeva il look della ragazza che la indossava assolutamente impeccabile. Lei: jeans e lupetto nero con la Chanel multicolor, media. Va bè, la bava. Dopo averla fissata per tutta serata, che avrà pensato che ero lesbica, mi sono avvicinata per farle i complimenti. Ve la allego e giudicate voi.
  • Lady D. Questa è la borsetta a mano che Dior creò per Lady D, da qui il nome. Pure questa bellissima in tutte le sue declinazioni, ma piccola e poco pratica. Ovviamente se me la regalano non è che la mando indietro!
  • Falabella. Si sa, ne abbiamo parlato, ce l’ho. La più bella che ho indubbiamente. Vi segnalo che Stella ha fatto pure la tracollina bella, bellissima pure quella ma non ai livelli della nr. 1).
  • Speedy. E’ il bauletto di Luis Vuitton, Perfetto sempre e per sempre. Come direbbe una mia amica parlando del burka: va su tutto e non impegna. Indistruttibile, comodo, tutto sommato accessibile, Nel dubbio, prendetelo.
  • Jackie. Questa è il capolavoro Gucci, Bella, bellissima & cara, carissima. In tutte le declinazioni di colore, quest’anno il must have della collezione per chi se la può permettere. Io no,

Secondo me 5 punti sono sempre sufficienti a destare l’attenzione e non annoiare, sbaglio? Ditemelo voi!

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Rubrichiamoci

Bene, bene, bene. Vorrei aggiornarvi sulla situazione di vadobenecosi@gmail.com, FUNZIONA!

Mi sono già arrivate diverse mail e vi faccio un riassunto per condividere i consigli dati.

La prima mail mi è arrivata da una fantastica sig.ra che mi chiedeva come doversi vestire ad una cena, abbastanza importante, a casa di amici . Tra un vestito a fiori con tacco; un pantalone con casacca marrone (che, però, le stava un po’ stretto) ed un caftano con disegni geometrici su pantaloni blu e scarpe basse, la mia scelta (e anche la sua!) è caduta sul caftano con pantaloni blu e ballerine. Vi spiego perchè il mio consiglio: il vestito e i tacchi troppo impegnativi, sebbene trattavasi di cena importante era sempre a casa, quindi meglio qualcosa di più informale; il pantalone marrone con casacca le stava strettino e avrebbe passato la serata a disagio; quindi ottima la casacca con pantalone. La foto è arrivata e, devo dire, stava benissimo  🙂 .

Mi hanno poi chiesto, in due separate mail, quali sono i must have dell’inverno, soprattutto per quanto riguarda i capispalla e qui vi dico:

1) qualcosa di rosa o meglio color cipria, tutti gli stilisti hanno fatto almeno un capo di questo colore, che devo dire sbatte in viso assai, ma da Twin set a Gucci non c’é vetrina senza un capo color cipria… magari un maglioncino da spezzare con qualcosa di nero o marrone si può fare;

2) le gonne sotto il ginocchio, un po’ svasate, magari a pieghe o gonna pantalone tra gli anni ’70 e 80;

3) maglioni di maglia grossa, che sembrano fatti a mano: meraviglioso il vestito maglioncione  color mélange di Stella, ma se ne trovano anche a prezzi più accessibili;

4) i pantaloni di lana alla “zompa fosso” un po’ larghi e corti;

5)  cappottini di lana anche a maglia. Molto carino quello di Max & co a righe orizzontali con zip, nero e grigio, che possono permettersi solo fisici tendenti all’anoressia; vanno molto anche i montoncini, o simil tali, per quanto mi riguarda solo ecologici; nonchè i  giacchetti di pelliccia, anche in questo caso, per quanto mi riguarda, solo eco.

Ancora, mi si chiedeva delle nuance degli smalti per l’autunno inverno e qui i colori saranno metallizzati, il rosso sempre imperante, il nero ed il blu; regge, però, il viola e, quindi, l’idea della mia amica “richiedente” di un fucsia orchidea non troppo brillante è stata da me accolta.

Ancora, jeans skinny con all star benissimo se hai gambe super magre (come chi mi ha fatto la richieta) altrimenti scadi nel ridicolo; ed infine, sciarpona di lana fatta a maglia con frange o senza frange: ma con frangissime anni ’70, of course!

Nessun maschietto all’attivo, ma ho fiducia.

Dai che ci rubrichiamo, coraggio!!!!