Ogni volta che esce un libro di Costantini, lo prendi e pensi che è un atto di coraggio affrontare 600 pagine di morti ammazzati e della pesantezza di un uomo che non ha fatto pace con il suo passato.
Poi però lo inizi e, al di là, della peso di tenerlo in mano, le 600 pagine scorrono.
Il libro ultimo è “Da molto lontano”.
Balistreri non cambia e neanche il calcio: qui siamo durante i Mondiali del 1990.
Ve lo dico: io un po’ mi sono stancata di questo doppio binario che, in questo caso, è il 2018 ed il 1990.
Forse mi sono anche un po’ stancata di Balistreri con la sua aria da dannato, ma da come finisce potrebbe essere l’ultimo libro anche se, lavorando per flashback e parlando di un commissario, é difficile pensare che in tutta la sua carriera solo 5 siano le indagini che ha affrontato.
Comunque qui una storia parecchio torbida ed impicciata: soldi, famiglie contorte, amore, bondage, sesso.
Una storia talmente impicciata che alla fine è banale, cioè quando ci arrivi alla fine pensi “ah, la cosa più semplice!”.
Però con il senno del poi siamo tutti bravi.
Costantini è bravo a costruire storie, a farle reggere, a ingarbugliarle ed a sbrogliarle.
Il libro si fa leggere.
Solo che ci sono dei punti in cui mi ha particolarmente urtato, soprattutto verso la fine: coincidenze talmente smaccate da essere ridicole; sali e scendi dagli aerei; km di strada a piedi in 20 minuti. Sono criptica?! E lo so, ma non voglio togliervi il piacere di leggere perché se vi piacciono le inchieste, i commissari dannati, Roma e il calcio il libro si può tranquillamente leggere.
Forse però io con Costantini ho dato, al prossimo magari rinuncio perché, come detto, non lo reggo tanto più Balistreri ma voi procedete pure eh!
Per ora voglio leggere un racconto, non più di 200 pagine.
A presto.
PS: finalmente si sono decisi a pubblicare un’edizione più comoda di questi libri, con copertina morbida e non rigida. Scegliete questa.