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Libro nr. 6 

E stavolta non vi dirò che è il mio libro preferito della serie perché L’inverno rimane L’inverno!Ma non posso non continuare a consigliarvi di leggere; non posso non consigliarvi di andare avanti nella lettura delle storia di questo super Commissario; non posso non dirvi che continuerete ad innamorarvi di lui; ecco non posso, quindi lo faccio. 

Leggete anche questo: Vipera, nessuna resurrezione per il Commissario Ricciardi.

Stavolta il contesto storico esce fuori, il fascismo fa capoccetta ed esce fuori, i compari del duce si mostrano per tutto il loro orrore. 

Ma andiamo con ordine…

L’omicidio è quello di una puttana, inutile usare mezzi termini, proprio di una puttana: bellissima, ambita, amata. Erano ancora attivi i bordelli e l’omicidio avviene lì, in Paradiso! 

Vari i potenziali assassini; varie storie che si intrecciano; vari, e sempre deliziosi, i retroscena. 

Ad un certo punto, peró, non si cerca più l’assassino della Vipera, non ci si districa più tra le varie ipotesi. Nè il lettore, nè il commissario si applicano più perché tutti gli sforzi si concentrano nel liberare dai fascisti il buon dottor Modo. 

Signori miei, che ansia; che tenerezza infinita quel cagnolino abbandonato; che strazio per il commissario, impotente di fronte a tali poteri! 

E la situazione la risolve chi?! Vi dico, per chi crede nelle storie d’amore romantiche (come me!), non è soddisfatto di questo questa soluzione! E perché?! Ma facile, perché è il preludio di qualcosa che probabilmente accadrà, che comincia ad essere nell’aria e che non mi piace, non mi può piacere. 

Cos’accadrà?! Lo scopriró solo leggendo il settimo libro, per cui scusatemi: ora ho da fare! 

Libro nr. 1

Io seguo un gruppo su Fb che si chiama “Sto leggendo questo libro” e più di una volta mi era apparsa l’immagine di libri di Maurizio De Giovanni.

Visto che lo scopo principale del fatto che seguo il gruppo è proprio quello di trovare spunti di lettura, lo vedi una volta, due e tre, alla quarta lo compro.

Come al solito non mi informo prima, quindi non so che De Giovanni ha scritto 7 libri sul Commissario Ricciardi che seguono, più o meno, un ordine logico.

E quindi ne compro uno… fortunella io perché prendo proprio il primo “Il senso del dolore – l’inverno del commissario Ricciardi”.

E così entro nel favoloso mondo di questo commissario, che vive a Napoli durante il periodo fascista ma, in realtà, potrebbe essere qualsiasi altro periodo perché almeno da questo primo libro, a parte qualche piccolo accenno, la presenza del duce è sfocatissima.

Il Commissario è un uomo sui 30/35 anni, di bella presenza che pensa solo al lavoro, che vive con una tata e condivide le giornate con il brigadiere Maione, suo fedele compagno di lavoro.

Il giallo da risolvere qui è quello di uno scorbutico, fastidioso, odioso tenore, Vezzi, che muore dissanguato nel proprio camerino con almeno 5/6 possibili assassini.

La meticolosità del Commissario, ovviamente, eviterà di mettere in carcere un innocente o, meglio, di farcelo stare per più del dovuto.

La scrittura è scorrevole, i personaggi ben delineati, il giallo ingarbugliato al punto giusto ma senza esagerare.

Lui, Ricciardi, un protagonista da scoprire (d’altronde è solo il primo libro) ma fa tenerezza, suscita umanità e un sorriso per la passione nascosta che nutre da dietro alla finestra della sua camera, in vestaglia e retina. Immagine d’altri tempi che ispira tenerezza e che mi ha spinto a comprare il secondo libro prima ancora di finire il primo.

Perché la cosa che adoro delle “serie” (chiamiamole così!) è che il giallo passa, è un pretesto, ma il protagonista rimane e se è un bel protagonista va seguito… stay tuned.