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(Amore) chimico 

Mi sono detta: “ok, hai letto in 15 giorni ben 8 libri gialli infarciti con qualche storia d’amore ma sempre di libri gialli si trattava quindi basta, ora hai bisogno proprio di una storia d’amore!” E così mi ha bussato alla porta Amore chimico di Davide Venticinque.

E l’ho iniziato, un po’ scettica perché va bene che nel titolo c’è la parola amore ma forse non basta. 

E infatti, siamo sicuri che ho letto un libro d’amore?! NI.

Comunque, inizio e vado avanti ed entro nella vita di Matteo: ragazzo ventitreenne, non si capisce bene di dove ma sicuramente appena laureatosi a Bologna, che cerca casa e la trova sulle colline, nella dependance di Lana e Marco.

Fidanzati felici: architetto lei, falegname lui.

Tutto va per il meglio.

Salvo che Matteo, bello e donnaiolo, é uno strafattone: apparentemente con una vita normale ma dedito a qualsiasi tipo di droga durante i fine settimana. 

Mentre leggevo pensavo che certo questo libro non si può pubblicizzare, dopo tutto quello che é successo quest’estate con i ragazzi in discoteca. Qui prendere pasticche, tirare di coca, farsi una canna è all’ordine di pagina e pensavo “manco la recensione posso fare!”.

Poi continuo e finalmente esce la storia d’amore (?) o almeno di sesso e tenerezza tra Lana e Matteo, il quale però (contemporaneamente) frequenta assiduamente un’altra ragazza laddove Lana resta con Marco, per cui nulla questio.

Dura 10 mesi la storia e io, da inguaribile romantica quale sono, immagino già l’happy end: lui che per amore viene salvato dalla tossicità che lo circonda; lei che molla lo smidollato di Marco.

E invece… non posso dirvi molto altro altrimenti vi faccio perdere il gusto della lettura.

Vi posso dire, però, che: 

1) lo spottone alle droghe si frantuma contro il vetro di un autobus;

2) pensavo trattavasi di solo romanzo d’amore e mi sono imbattuta in molto di più;

3) il finale, che proprio mai ti aspetteresti, é da applauso. 

Il libro corre veloce, la scrittura é fluida, misurata nonostante l’iniziale intoppo sull’andare avanti e indietro nel tempo: oggi, poi 5 anni fa, poi oggi, poi 3 anni fa. All’inizio ti viene il mal di male poi quasi vuoi uscire dal presente.

Finito di corsa e apprezzato.

Ora vorrei stare solo in Messico con Matteo o forse no, anzi sicuro no, meglio non immischiarsi!

Bleah!

Allora, un po’ di tempo fa vi ho parlato del libro del mio amico scrittore che speriamo esca presto. Ora il protagonista (credo, non so bene perché con 50 pagine che vuoi capire!?) comunque lui, da piccolo, comincia a tenere un taccuino e in questo taccuino scrive tutte le cose che gli fanno schifo.

Ecco, io penso a lui tutte le volte che:

  1. vado nel bagno dell’ufficio a lavarmi i denti e trovo capelli nel lavabo, è una cosa che trovo disdicevole, mi fa orrore;
  2. sento l’odore di chi ha appena fumato;
  3. vedo quelli che bussano nel cocomero come se dovesse aprirgli qualcuno atteggiandosi a grandi esperti ortofrutticoli (più che schifo è fastidio!);
  4. odiano gli animali ma non sanno che sono molto più umani dei loro figli;
  5. si rifanno dal chirurgo plastico al punto tale che la bocca arriva agli occhi e gli zigomi sembrano dei gommoni;
  6. sento dell’arresto di quel porco dell’arcivescovo accusato di pedofilia. E poi scopro che rischia 6/7 anni di carcere. EHHHHH?! Solo! In questo caso, però, è più dello schifo è un misto di odio, ribrezzo e rabbia tutta insieme e crepa;
  7. vedo, anche in tv: topi, scarafaggi e farfalle notturne;
  8. vedo gente che giustifica il ragazzo che ha ucciso con un pugno il coetaneo pakistano perchè “mi ha sputato e ho reagito”…. EHHHH?! Uno ti sputa (per quanto schifo ti possa fare) e tu l’ammazzi?! E pure qua non basta parlare di schifo e non tanto per il ragazzo quanto per quelli che lo giustificano;
  9. vedo le unghie dei piedi rovinate e senza smalto con sandali, per le donne ovviamente;
  10. vedo quelli che si preoccupano più della reputazione che della propria coscienza.

Per ora mi fermo a 10 (come i comandamenti… sapete quanto sono religiosa!).

Per amor di verità vi devo dire che un paio di queste “schifate” non sono mie… solo per amor di verità, sta a voi trovare l’intruso, il quale mi ha poi specificato che tra i vari personaggi “schifosi” salva quello che ha lasciato un biglietto su una macchina con scritto “volevo fregarti l’autoradio, poi ho visto i cd di Gigi D’Alessio e mi hai fatto pena”.

🙂