Ora io dico: se sei Stephen King e hai scritto un milione di libri che bisogno c’era di scrivere questo?!
Non si tratta proprio di un libro, diciamo di un racconto: assurdo. Nell’erba alta.
Fratello e sorella (incinta!) sono in macchina in un posto x, di una radura y degli Stati Uniti; stanno lì che chiacchierano e sentono la voce di un ragazzino che chiede aiuto perché si è perso nell’erba alta. Partono tutti e due, fratello e sorella (incinta!), partono dallo stesso punto ma scendono nell’erba separati (cretini!!!) e si perdono a loro volta dopo un metro.
E da lì: io chiamo te, tu chiami me, il bambino chiama tutti e due; poi la voce di di una donna, poi la presenza malefica di un uomo; poi una pietra magica; poi le botte; poi il fratello trova il bambino, la sorella trova il cattivo e così per 100 pagine di inutilità.
Magari la base c’era pure ma o insisti e ci perdi un po’ di tempo o lascia perdere dall’inizio. Ma che è?!
Non c’era proprio bisogno, Stephen, te lo dico col cuore, ti volevamo bene lo stesso!