Metereopatie

Qualche settimana fa. Lunedì sera.

“Quindi giovedì vai a Torino? Bene, almeno ti eviti l’acqua!”

“In che senso?!”

“Bè, a Roma sono previsti temporali, bombe d’acqua etc. etc.”

“… … … … …”

“In compenso, però, domani e dopo domani bello e pure week end si prospetta bello”

Ho contato fino a 10, 100, 1000 e poi non ho retto “Scusa, ma se volevo sapere com’era il tempo aprivo un giornale!”

Ecco, perché io NON lo voglio sapere quale sarà il tempo di domani, né di dopodomani né del week end, NON lo voglio sapere e basta. E non lo voglio sapere perché il meteo mi sposta l’umore, la giornata uggiosa rende uggiosa anche me e allora mi chiedo “perché devo sapere in anticipo se domani mi roderà il culo?!” non lo voglio sapere.

Voglio aprire la finestra e maledire le nuvole o benedire il sole.

Voglio vedere con i miei occhi, in diretta, se dovrò mettere le calosce o potrò uscire con i tacchi.

Voglio sapere cosa accade quando accade e NON prima perché voglio vivere nell’ignoranza che domani sarà bello; voglio vivere con la speranza che la pioggia non mi avrà; voglio immaginare che io & Audrey saremo libere di andare in giro senza kway o copertine varie.

L’unico caso in cui guardo il meteo è se devo partire ma anche qui alla fine guardo e dimentico. Il mio cervello è selettivo nell’immagazzinare le informazioni perché non lo vuole sapere che tempo farà. E’ abbastanza chiaro?!

Ecco, allora astenersi Bernacca.

PS: tanto per la cronaca quel giovedì non sono andata a Torino e sono rimasta a Roma e mi sono presa tanta di quell’acqua che saperlo già dal lunedì non mi ha aiutato a vivere meglio… anzi!

 

 

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