Il mio Kobo ha questa cosa (non so se ce l’ha in generale o se è una funzione che si può togliere… ma vabbè) dicevo ha questa funzione per cui ti dice a che punto sei della lettura e quanto ti manca.
Che è un po’ come le pagine del libro no?! A mano a mano ne senti meno a destra e più a sinistra.
Ma con le percentuali di lettura forse mi fa più effetto.
Ad ogni modo, quando sono nel pieno di una saga e so che quello che sto leggendo è l’ultimo libro pubblicato, mi viene l’ansietta da fine!
Soprattutto se ti rendi conto che non finisce proprio niente e che rimarrai con l’amaro in bocca perché il cerchio non si chiude… porca paletta! E rimani così a pensare: e quanto dovrò aspettare ora per sapere?!
Era di maggio è la naturale prosecuzione di Non è stagione. Poteva essere un libro unico anche perché la rottura di palle del decimo grado (il caso da risolvere) è lo stesso per i due libri.
L’avevo detto che era un impiccio. Trovare la ragazza non era la fine ma l’inizio di una cosa più grande: alta finanza, ndrangheta, traffici illeciti. UN MA-CEL-LO!!!!
Comunque il nostro Vicequestore lo sbroglia lavorando di fino e, al solito, non fermandosi alla prima verità.
Sullo sfondo: Lupa cresce; Anna sparisce; Italo e Caterina si lasciano; Stanlio e Ollio, a loro modo, tornano utili; i viaggi a Roma continuano e si trova il nome dell’assassino di Adele… che poi doveva essere l’assassino di Rocco.
La scrittura è sempre scorrevole, le scene sempre più realistiche, il commissario sempre più delineato… io sempre più affezionata!
Ora ti aspetto Rocco, torna presto!!!