Niente, io non ho avuto niente da dire sui fatti di Parigi.
Ma non che non volessi parlare, troppe cose ci sarebbero da dire.
E quando le cose sono troppe io penso che sia meglio tacere.
Quindi ho taciuto e taccio.
Ma c’è una cosa in questi giorni che mi spinge a scrivere due parole, che non mi fa trattenere, ed è il viso dei genitori di Valeria Solesin.
La dignità che hanno mostrato queste due persone, che hanno subito il peggiore dei dolori che un essere umano possa subire nella vita, mi ha colpito, affascinato, incuriosito.
In questi giorni se ne sono lette e sentite di ogni e gli unici che, forse, avevano qualcosa da dire ci hanno dato una lezione di umanità che poche volte ho avuto modo di apprezzare.
Meravigliosi nel loro silenzio.
Struggenti nel loro dolore.
Ho guardato pochi servizi in tv, ho letto ancora meno. Odio la tv e le notizie del dolore; odio quel giornalismo di circostanza che esce fuori per asciugare le lacrime ma loro due non ho potuto non osservali, loro due sono una lezione per tutti.
Quelle due parole che hanno detto ai microfoni; quelle poche immagini che li vedono accanto alla bara della figlia ti fa capire quanto non ci sia religione che tenga per affrontare, con tale dignità, la morte della propria figlia.
Il papà, giustamente, non ha voluto sapere neanche come sia morta Valeria. Ha ragione. Cosa cambia saperlo? Il risultato è che Valeria non c’è più, il come non ci sia più è irrilevante.
Quello che penso da giorni è che non ci sia modo di fermare il terrore o meglio, il modo ci sarebbe, ma non interessa a nessuno.
Siamo andati oltre e non dovrebbe servire un attacco in una capitale europea, in un qualunque venerdì sera, per farcene rendere conto.
Si muore da anni in Siria, si muore da anni con le nostre armi.
Quindi, è meglio non dire, è meglio non sapere quali soldi hanno armato quelle mani che hanno spezzato la vita di Valeria.
Ha ragione il papà che vuole “tenersi lontano dalla contingenza del dramma”.
Inutile sapere.
A loro va il mio pensiero, la mia stima incondizionata; a loro, che dalla morte ci stanno dando un’enorme lezione di vita.
Valeria era una ragazza fortunata.
Hai ragione, meglio zitti……
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Ti avevo appena taggato!
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Condivido ogni parola scritta.
Condivido la compostezza, la riservatezza, la dignità ed il silenzio di questo dolore
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Sono meravigliosi, loro! Il circo mediatico intorno fa schifo invece!
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