Yeruldegger – Tempi selvaggi 

Niente, il mongolo è fantastico.Mi è venuta una voglia di andare nella steppa che ne basta la metà magari però non proprio d’inverno che stanno ad una media di 30 gradi sotto zero.

Mi piace ancora, mi piace molto leggere di queste storie di Yeruldegger ma… c’è un ma!

Allora: va bene che fa freddo e questo popolo ha escogitato come sopravvivere; va bene che ci sono le tradizioni e la pelle di foca e il grasso di qualcun altro; va bene il giallo, va bene l’intrigo ma… torna il ma.

Ma qua non si tratta di essere forti, coraggiosi e fortunati, qua si tratta di essere Highlander. E che è?! 

Tutti sopravvivono a ustioni del 12mo grado; pallottole sparate a un metro; iniezioni di veleno; shock anafilattici… roba che in genere si muore per meno di un quarto della metà! Troppo… veramente troppo! 

In alcuni momenti è davvero difficile da credere e dai!!!

Gente che in una pagina è in mano ai lupi con gambe squarciate e l’attimo dopo è in ospedale; o nudi nella tempesta e improvvisamente riscaldati… vabbè non vi sto a dire ma forse con meno si otteneva lo stesso risultato.

Per carità, il libro è bello, si fa leggere, scorre ma certe volte proprio ti viene da pensare: questi non sono nomadi mongoli, questi c’hanno i superpoteri! 

Le tradizioni, comunque, sono una affascinati, anche solo come entrare dentro la Yurta richiede uno sforzo di immaginazione. Fico. 

Comunque: c’è l’intrigo, si fa sesso, ci si ama, ci si odia, si uccide parecchio, si tortura di più. 

Io ve lo consiglio con questa accortezza e cerco altro da leggere. 

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