Beh, se il primo libro mi aveva convinto poco, questo per niente.
Gli spaiati di Ester Viola è sicuramente un libro perdibile.
Certo se, come me, hai letto il primo alla fine ti interessa sapere che fine fa Olivia ma all’ultima pagina ti dici che forse era meglio non appagare la curiosità.
Olivia si è messa con il suo capo, Luca. Ora il “come, quando, perché” non è dato saperli.
In questa storia, per una come lei che faceva l’analisi grammaticale delle virgole dei messaggi dell’ex, non ci si appassiona per niente alla vera relazione. Per niente. Lui ha lasciato la moglie, per fatti suoi, e poi loro si sono messi insieme. Punto. Fine dell’innamoramento. La parte più divertente dell’amore, quella della “cotta”, Ester Viola tende a non raccontarla perché l’amore per Olivia, come per lei immagino, è più che altro sofferenza, e noia, e abitudine.
Dopo che Olivia ci ha rotto le palle sull’infelicità della singletudine ora che è in coppia è meno divertente, meno interessante. E’ tutto abbastanza scontato: tornare a casa la sera, vivere con lui, mangiare insieme, ridere, dormire e svegliarsi con un’altra persona, che sono le cose che più o meno mancano ai single (o almeno a me), qui sono trattate più come un dovere che come un piacere.
Ma perché?! Cioè trovo insopportabile questo dover essere ciniche a tutti i costi. In più se ti metti con Luca, che sembra un fico spaziale (io me lo immagino tipo Patrick Dempsey), pure intelligente e padre modello, di che cazzo ti lamenti Olivia?! Oddio, vedi, forse mi ha fatto salire il veleno.
Come se non bastasse quanto sopra, si trasferisce da Napoli a Milano e così la fantastica ambientazione umana e paesaggistica altamente ne risente.
La verità è che questo libro che vuole parlare degli “spaiati”, cioè di quelli che sono stati talmente tanto da soli che non sono più abituati a stare in due, forse è proprio un inno alla coppia. Anche se è una coppia che non mi piace o, meglio, è un racconto di coppia che non mi piace.
Comunque, ho raggiunto il mio obiettivo ossia arrivare ad oggi che esce Vuoto di De Giovanni.
A molto presto.