Io la devo smettere di comprare i libri solo perché mi faccio affascinare dalla copertina o dal fatto che siano un best seller o che ne so.
La devo smettere.
Soprattutto se si tratta del libro da leggere in coppia con il mio amico che mi sta umiliando nelle scelte.
Le nostre regole sono:
1. autore che non ha letto nessuno dei 2… e su questo sono andata tranquilla perché l’autore in questione è morto svariato tempo fa ed ha scritto poco;
2. il libro deve avere una lunghezza moderata perché a lui non piace leggere l’enciclopedia Treccani;
3. farsi catturare almeno da quanto scritto in terza di copertina.
Bene, ho scelto Madonna col cappotto di pelliccia di Sabahattin Ali.
Bene, per la seconda volta ho fatto male, che su 5 libri letti insieme, di cui 3 scelti da me, non è proprio un buon risultato.
È triste, è un libro triste, angosciante e anche piuttosto inutile.
Se già stai triste, lo finisci, lo chiudi, prendi la macchina, vai ad Ariccia, sali sul ponte e ti butti.
Se sei felice, ti passa la felicità almeno per 5 minuti (perché per non più di 5 minuti mi sono rattristata) e non si può… anche 5 minuti sono importanti!
Del libro in sé che posso dirvi?!?! Un reietto della società, triste tristissimo, trattato male da tutti (moglie, figli, datore di lavoro, colleghi, sorelle, cognati, cane!) si ammala. Si trova un diario e da lì si scopre la sua vera storia.
Ora voi penserete: “beh, dai allora in un momento questo qualcuno l’ha considerato”!
Sì vero, ma MALE, l’ha considerato male.
Perché pure nella storia nella storia questo poverino è trattato decisamente male… mi verrebbe un’espressione più colorita ma non ve la posso dire.
C’è sottesa una storia d’amore ma di una tristezza, “un detto/non detto”, una fatica/ una pesantezza, che palle.
No, no, no.
Scusa amico, scusate tutti ma leggendo questa vi salvate!