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L’uomo che… 

Mi devo ripetere: quello che avevo scritto per Don Winslow e il suo China Doll vale anche per Robecchi e Dove sei stanotte.Perché pure qui quello che viene accennato nel primo libro trova ora la sua consacrazione nel secondo.

Vi ricordate di Carlo Monterossi di cui vi ho già parlato: autore televisivo trash che vive a Milano ed incappa in omicidi?! Bene, nel primo libro mi era sembrato così così, ora nel secondo l’ho trovato troppo divertente.

Carlo è un personaggio simpatico, fa ridere e così tutta la pletora di figure che gli girano intorno. 

Stavolta a Milano c’è l’Expo e viene ucciso un giapponese. Un impiccio difficile da districare anche perché non si sa neanche chi sia questo giapponese che decide di morire nella macchina di Carlo, il quale comincia una comica latitanza.

Carlo si ritrova in una comunità peruviana, niente di più lontano da lui, ma nella quale si trova a suo agio e scopre di sapere ancora appassionarsi alla vita e, soprattutto, alle donne.

Qui, infatti, trova Maria. 

Non vi voglio dire molto altro della trama perché non ci sarebbe gusto a leggere ma vi assicuro che Carlo diventerà amico vostro. 

L’uomo che inganna, festeggia, scappa, ama e, infine, aspetta, vi conquisterà.

La lettura è piacevole e veloce, a tratti davvero divertente.

La trama ingarbugliata ma tiene viva l’attenzione.

La colonna sonora è sempre Bob Dylan, unico grande poeta venerato da Carlo!

Insomma, Robecchi alla fine mi ha conquistato, spero lo faccia anche con voi! 

Un pre presuppone un post che non arriva

Ma io vi ho mai parlato del preconto?

No?!

Bene, provvedo.

Il preconto è quella splendida invenzione che si sono inventati i ristoratori per non fare la ricevuta.

Il preconto, infatti, sembra in tutto e per tutto una ricevuta ma tale non è.

Tu chiedi il conto e ti arriva questo foglietto che ha le sembianze di una ricevuta ma manca di numero e di intestazione e, soprattutto, di valore legale.

Con questo semplicemente si dovrebbe fare un controllo su quanto si è ordinato, dare l’ok al pagamento, pagare e ricevere in cambio una ricevuta.

Ecco.

Da quando ho scoperto l’esistenza di tale strumento ne ho visti di tutti i tipi: quello con intestazione, quello dove c’è scritto che la ricevuta seguirà al pagamento, quello che non dice niente. Insomma varie ed eventuali.

Come strumento è anche comodo, utile, quasi necessario.

Quello che non va bene è l’uso distorto che se ne fa.

Perché, ovviamente, essendo in tutto e per tutto simile ad una ricevuta i meno accorti non si accorgeranno che tale non è e gli basterà questo, dopo aver pagato, per uscire dal ristorante.

Peccato che il preconto finisce nel cestino, non ha valore fiscale e le tasse su quel conto non verranno pagate mai.

Allora io ho sviluppato una mia tecnica.

Arriva il preconto, controllo e pago. Aspetto il resto, che spesso arriva senza ricevuta, e a quel punto, e solo a quel punto, la chiedo perché è evidente che tu di tua spontanea volontà non me la stai portando. Quando arriva controllo il numero della ricevuta per capire quante ne sono state fatte nella giornata e per rendermi conto di quanto, infinitamente, sei disonesto.

Questo è quanto è successo ieri sera. Ristorante giapponese a Roma, vicino alla FAO.Pieno. Siamo in 3, conto di 45€: arriva preconto, controllo, pago, do 50€; quella torna con 5€ senza ricevuta; gliela chiedo, me la porta e che numero di scontrino era?! Il 19!!! Ora, erano le 23 passate, il ristorante si stava svuotando ma era pieno, anche considerando i coperti della sera il 19 è un numero impossibile, se consideri poi la posizione, e che è aperto anche a pranzo, fatevi due conti.

Io divento pazza, queste cose mi fanno troppo girare le scatole.

Sarei uscita e li avrei denunciati ma non è così facile.

Allora, due appelli faccio:

  • a voi: a stare attenti e, nel vostro piccolo, a farvi sentire facendo valere il vostro diritto;
  • alla Guardia di Finanza, fate una app, inventatevi una procedura qualcosa che dia la possibilità di denunciare in maniera più facile perché mi sono informata e, vi assicuro, che oggi è complicata.

Sono una stronza?! Sicuro, ma c’è chi lo è più di me e questo ne è l’esempio!

 

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