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Io sto con Maddy 

Quanta fatica le storie d’amore! Un intoppo dietro l’altro: un sorriso e una lacrima; un impegno costante. E come si fa?! 

Non so bene ma io vorrei fare come Maddalena (bellissimo nome, soprattutto se hai un cognome che inizia con la m), che mentre viveva la sua bellissima storia d’amore ha dovuto sbattere il muso contro la realtà di un malessere. Non suo, ma della sua meravigliosa metà, che ha portato lui ad allontanarsi da lei, con il di lei permesso.

E quando le ho chiesto: “Ma come fai? Come ti senti? Come riesci a stare senza di lui?!”.

Lei mi ha risposto così:

“Quanto vorrei scrivere.

Quanto vorrei esprimere quello che mi passa per la testa.

Quanto vorrei dire come mi sento.

Non riesco.

Non riesco a dire come in alcuni momenti mi manchi l’aria.

Non riesco ad esprimere a parole come tutto sommato sono serena.

Non riesco a spiegare che quello che sto facendo mi sembra il più grande atto d’amore e di altruismo che potessi fare.

Non riesco a non considerare che diversamente sarei andata a sbattere contro l’odio.

E io odio l’odio.

Odio quella sensazione di frustrazione, di rabbia, di ansia che mi pervade quando odio delle persone, delle situazioni. 

Odio sentirmi velenosa.

Odio odiare.

E allora amo, amo me stessa e amo soprattutto lui che é la parte di me più bella, più importante, più vera.

E se amo me non posso non permettergli di fare quello che sta facendo. 

Qualunque cosa accada.

Qualunque decisione lui prenda.

Qualunque strada deciderá di percorrere. 

Nel frattempo devo solo riempire il mio vuoto di pieno.

Nel frattempo devo solo non lasciare spazio al vuoto, come sta facendo lui.

Nel frattempo devo solo continuare a fare quello che mi riesce meglio: amarlo!”

Non é brava Maddalena? Io sto con lei. Sempre. 

Nomen Omen

Scusate ma che nome è Gabrio Tullio?!

Scusate ma perché i genitori danno ai figli dei nomi a cazzo?!

Scusate ma perché non si pensa che un neonato dovrà portare quel nome tutta la vita.

Tipo: perché non c’hanno pensato i miei quando sono andati all’anagrafe e mi hanno condannato a portare “Nunzia” addosso per tutta la vita, e dai! E io mo’ mi devo inventare i vari Kiuky, Margie, Nancy e quant’altro per sopravvivere.

Ora io dico, io sono stata un caso… cioè proprio un caso no… ma era quasi 40 anni fa, papà voleva che avessi il nome della mamma e, disgraziatamente per me, mia nonna si chiamava così e non mi venite a dire “e però è il nome di nonna!” e lo so ma, amici, nonna aveva un nome BRUTTO… è bene che si sappia e a me NON piace.

Ohhhhhhhh, poi che:

  • ci ho fatto l’abitudine;
  • che chiunque mi conosce di fatto non mi chiama così;
  • che ho fatto di tutto nella vita per farlo dimenticare ed associarlo a me cercando di far ricordare una persona almeno simpatica

…ok,  ma che fatica, ragazzi, che fatica!

Comunque, passano gli anni, siamo in un’epoca ultramoderna e mi tocca sentire cose che noi umani sarebbe meglio non sentissimo!

Prendo spunto da questo poverino di Gabrio Tullio Ramazzotti ma potrei fare mille altri esempi; pure alla di lui sorellastra con Celeste non è che sia andata tanto meglio, che mi fa venire in mente Cyranda de Pedra.

Ma un classico: Marco, Francesco, Matteo, Luca o una classica Sara, Valentina, Valeria… che cavolo ne so, non è più semplice?!

Ma ci rendiamo conto che un nome non è solo un nome se uno se lo deve portare dietro tutta la vita?!

E’ facile fare gli alternativi con il nome degli altri!

Se una Nunzia, per esempio, per diventare un minimo più interessante deve cercare di essere simpatica, si deve inventare un blog, deve capirne di moda, scrivere su tutti i social network, come minimo un Gabrio Tullio deve diventare imperatore… e dai, siamo seri!

La semplicità premia sempre, sentite a me. E i nonni avranno abbastanza buon cuore da non volere che pure i nipoti siano condannati ad un nome di merda.

Fidatevi, è così, siate davvero moderni: semplificatevi!