Belli di zia

Domenica, quando tornavamo da Bilbao, c’era un ragazzo sull’aereo: alto, grosso, uno dei classici bonaccioni romani, tutto muscoli e battute. Faceva parte di un gruppo quanto meno eterogeneo che poi abbiamo scoperto tornare da una vacanza in surf. Comunque, al decollo e all’atterraggio, era tutto un “come sta Simone?!” e Simone, grande e grosso, sudava di terrore perché semplicemente aveva paura dell’aereo. Capita.

Mi sono chiesta, per tutto il viaggio, come sarebbe stata la mia vita se i miei genitori all’età di 6 anni non mi avessero fatto salire su un aereo per portarmi dall’altra parte del mondo. Mia mamma, infatti, che dell’aereo ha paura, ha pensato bene di farmi vincere la sua paura portandomi in Argentina per non so quante ore di volo ad un’età in cui è tutto inevitabilmente un gioco.

Bello, brava mamma.

E’ sicuramente per questo che prendo più facilmente l’aereo che il treno; è sicuramente per questo che sono sempre con la valigia pronta; è sicuramente per questo che arrivo più facilmente a Bilbao che a Frosinone.

Per lo stesso principio, terrore dell’acqua, mi ha portato in piscina all’età di 6 anni e mi ha permesso di amare il mare quanto lo amo e di viverlo come va vissuto, da dentro!

Di nuovo devo dire: bello, brava mamma.

A questo punto mi sento di dover dire:

“Genitori tutti , non castrate i vostri figli, non fate vivere loro le vostre paure, non li costringete ad una vita di rinunce ma rendeteli curiosi, fateli volare (non solo in senso letterale) solo così impareranno ad apprezzare quello che vivono”.

Ammazza, so’ forte e parlo bene io dal basso della mia “ziaggine” che è decisamente meno impegnativo 🙂

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6 pensieri su “Belli di zia

  1. Cuore di mamma intelligente
    Le paure vanno accettate e superate anche con l’aiuto di un figlio se è per il bene di entrambi!
    Come ho già detto non bisogna avere figli per avere buon senso
    Comunque brava questa “zia”

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  2. Cara Margie, non è sempre così facile. Io non ho mai avuto paura di volare. E volavo tanto, come potevo scappavo e se avessi potuto mi sarei aggrappata anche all’ala di un aereo. I miei genitori non mi hanno portato in aereo a 6 anni (la mia prima volta è stata a 15), ma dalla nascita mi hanno insegnato a non aver paura o ad averne al solo scopo di preservarmi (evitare per esempio di lanciarmi dentro un incendio o cose del genere). Poi un giorno, un cretino di pilota ha sbagliato qualcosa. E quando qualcosa lassù non funziona ti segna e pure male! Io ho fatto volare i miei figli (9 lui, 4 lei) recitando la parte della serena e della tranquilla… La piccola, incontrata un po’ di turbolenza, dice “Mi sono impaurita, mamma voglio scendere…” Allora vai con la storia che la macchina se incontra una buca sobbalza e l’aereo lo fa quando scivola sulla nuvoletta dato che ha la forma di tante piccole colline messe insieme…. Pur non avendo l’età della ragione, al minimo sbalzo il suo istinto, fino a quel momento aperto al piacere del volo e dell’aereo verso il quale ha mostrato da subito un incontenibile entusiasmo, si è dirottato (per rimanere in tema) sulla paura e sul pericolo. Per Leo, invece, i suoi primi trenta minuti sono stati un incubo… Malgrado tutto credo di essere riuscita a trasmettere la calma che avevo io una volta, tanti anni fa, prima di incontrare quell’incapace al quale spero abbiano ritirato la licenza e pure la patente. Bacio

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  3. p.s. in acqua mio padre mi ci ha buttato a 10 giorni dalla mia nascita. In mare. Direttamente nell’acqua alta. Credo sia stato bello, non ricordo… Ma bravo papà lo stesso!

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