L’Amore.

E ti lascia senza fiato questo libro.

Ammazza, ragazzi, quanta tristezza in così poche pagine.

Secondo libro che leggo di Missiroli, Il senso dell’elefante, il primo era stato Atti osceni luogo privato e già sapete.

Dopo due libri posso tranquillamente affermare che Missiroli ha problemi con la famiglia, ecco, con l’istituzione della famiglia, non con l’amore. 

Quello lo salva sempre e trionfa. 

Ma la famiglia ne esce sempre disastrata.

Sempre come minimo un paio di corna e un amore che fatica a vincere sulle vicende della vita.

Comunque qui troviamo un ex prete che da Rimini si mette a fare il portiere in uno stabile di Milano dove vive il Dott. Martini: medico, marito e “padre” di una bimba di due anni.

Lo stabile è grottesco, poche e scompigliate famiglie: un avv.to vedovo gay; una mamma vedova con un figlio ritardato; la famiglia Martini, appunto.

Si scopre subito il legame profondo che lega Pietro, il protagonista (ex parroco ed attuale portiere) a questo Luca Martini.

E vabbè, un groviglio che uccelli di Rovo a confronto è una favoletta. Mamma mia!

Comunque, il dott. Morte (Luca) accetta la presenza dell’ex prete anzi la favorisce ed in breve tempo tutti diventano una grande famiglia fino all’exploit finale che lascia senza fiato!

Molto molto triste questo romanzo: le storie che si intrecciano hanno tutte un velo di malinconia, di nostalgia, di pateticità.

Ma si legge di corsa, se riesci a superare le prime 50 pagine dove sembra tutto già letto… poi piano piano il libro esce e ti infili nella storia e ne rimani tristemente colpito.

Bene, quando finisci pensi: Madonna santissima, quanta tristezza e quanto immenso amore, proprio “quello di una vita” non “quello per la vita” e solo chi l’ha letto o lo leggerà capirà quello che sto dicendo!

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