Non avevo mai comprato un libro di Romagnoli, pur adorandolo.Poi un mio amico mi ha detto “compralo, che è una lezione di vita” e io, dopo aver pianto per la fine del Cartello, ho effettuato l’acquisto.
D’altronde dopo aver letto un libro così bello ed impegnativo, dovevo pur ricominciare da qualche parte!
E insomma, l’ho comprato e mi sono ricordata qual è sempre stata la mia remora nell’acquistare i libri di Romagnoli.
Io mi ricordo perfettamente quando mi sono innamorata di lui: nel 2001, il giorno dopo lo scudetto della Roma, scrisse un articolo che ho tenuto per anni. Mi piacque tantissimo. Poi ho fatto l’abbonamento a Vanity fair praticamente per lui e poi l’ho perso e ritrovato in questo libro: Bagaglio a mano.
Io ho un problema con Romagnoli, mi dispiace, ma mi distraggo.
La sua perfetta scrittura è piena di digressioni, piena ed io perdo attenzione.
Ora questo succede in un articolo di giornale figuriamoci in un libro, seppur breve.
Lui parte da A e per arrivare a B fa il giro intorno alla reale: citazioni di film, poesia, filosofia, sport, vita vissuta e chi più ne ha più ne metta.
E lo so che è il suo stile e questo dovrebbe essere il bello della sua scrittura; e lo so che se non mi piace questo uno si chiede “come fa a piacerti lui?!” e lo so; nello spazio di articolo, peró, è più difficile fare digressioni ed è più difficile distrarsi ma in un libro, sebbene piccolo, vabbè divento scema!
Il libro usa come metafora il bagaglio a mano da usare in viaggio per parlare del bagaglio che uno dovrebbe portarsi nella vita ma, boh, io la lezione di vita non l’ho colta.
O meglio, liberati delle cose superflue e porta il necessario… forse il succo questo è ma vado ad intuito, perché mentre dribbli il nozionismo e la sfacciata presunzione della sua infinita cultura, ti sei scordata il punto di partenza ed alla fine di ogni capitolo ti viene da chiederti: e quindi?! Ma soprattutto: se mi devo portare solo il necessario quanta scrittura superflua c’è in questo libro?!
Non so, resta la mia stima.
Continuo a pensare che lui sia un bravissimo giornalista ma preferisco non cascarci più e leggere altro.
Chiedo perdono e nel mio bagaglio a mano continuerò a portare quei superflui 10 paia di scarpe anche se fuori devo stare 3 giorni!
Condivido l’amore per il superfluo e apprezzo anche l’esercizio della digressione …. che non è altro che superfluo letterario ….
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E lui però da una parte predica la sintesi e dall’altra esagera in superfluo: poche idee e confuse!
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