Visto per Shangai 

Dopo un libro che non mi è piaciuto devo rifugiarmi in un porto sicuro e così ho comprato quello che credo essere il secondo della saga dell’ispettore Capo Chen: Visto per Shangai.Non sono esattamente sicura che sia il secondo perché parlano di un’altra indagine che io non conosco e mi devo documentare.

Comunque già è un amico l’ispettore Capo Chen e la sua poesia.

Ecco, forse un po’ troppa poesia stavolta… ad una certa mi stavo confondendo e non capivo più il Leopardi cinese che mi volesse comunicare!

In questo libro l’impiccio è internazionale e arriva Barbie dagli States ma una Barbie colta ed affascinata dalla cultura cinese. 

Sarà così l’occasione per scoprire più dettagliatamente la cultura e la cucina cinese. 

Se andate in Cina scordatevi di mangiare dei banali involtini primavera, piuttosto: sangue di pollo; cistifellea di serpente; zampe di rana; tofu in tutte le varianti. 

Il bello è che l’Americana si mangia tutto! 

Interessante scoprire la procedura del the.

Insomma sulla questione cibo e cultura cinese in genere il libro è troppo affascinante.

Devo dire che anche l’intrigo internazionale è ben strutturato, a me piace il metodo narrativo: le digressioni, i riferimenti ai paesaggi ed alla storia cinese.

Qui poi c’è da fare bella figura con gli Stati Uniti, quindi il massimo dello spolvero.

Gran bella distrazione questo libro, ripeto: un po’ meno riferimento alla poesia e sarebbe stato perfetto, d’altronde però la caratteristica del “compagno ispettore capo quadro” Chen è proprio questa e allora: zitta, e leggi! 

Mi distraggo con qualcos’altro e torno da lui.

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