Ieri mattina sono andata in una libreria di quelle indipendenti a prendere uno spritz con gli autori Diego De Silva e Giulio Perrone.
Il primo lo conosco bene, il secondo meno: mai letto niente di suo ma penso di recuperare a breve.
Tra le domande che sono state loro poste c’era quella sui libri che consigliano, più che libri sugli autori e me ne sono segnata alcuni.
Tra questi il primo che ha nominato De Silva è stato Ugo Carnia, definendolo uno scrittore molto arguto e divertente e, in particolare, ha citato il libro Sulla felicità a oltranza.
Essendo impantanata in un paio di libri, ho pensato fosse giusto seguire il consiglio e così l’ho preso.
Ora se nel titolo del libro c’è la parola “felicità” penso mai ti verrebbe in mente che leggerai della morte… e invece!
L’autore divide il libro con le date che hanno segnato la morte dei suoi cari: zia, madre, padre. E, partendo da queste morti, delinea il carattere e le caratteristiche degli scomparsi prima e di lui in mezzo a loro poi.
È oggettivamente divertente, macabro ma divertente.
Sembra di leggere di un bambino che scopre la morte e ne rimane affascinato e colpito.
La zia prima, che forse é la morte che lo colpisce di più; poi la mamma e, tre mesi dopo, il papà.
Niente di particolarmente triste, o meglio, una sottesa tristezza c’è ma non c’è disperazione. Non c’è dramma anzi, parlare dei genitori mi sembra che lo renda felice.
Diciamo che la felicità a oltranza di cui parla è la sua deprimente serenità che gli fa pensare ai genitori in maniera divertente.
La mamma, come sempre, fulcro della vita (sua e del resto della famiglia) che non lo lascia mai, neanche da morta; il padre, che se ne va veloce, salvo tornare fantasma in sella ad una bici.
Certo mi aspettavo di leggere un romanzo diverso, forse più comico, invece per quanto ti faccia sorridere é pervaso da una sottesa malinconia che ti rimane addosso.
Non é da escludere tra le letture, ma magari se siete già di base con saudade personale evitatelo, sennò finisce che ve la prendiate con me per le capocciate al muro che vi verrà di dare e questo preferirei evitarlo.
Fate voi.