“Che fate oggi?”
“Porto Sam a pranzo fuori e poi al cinema alle 14 a vedere A spasso con Willy ma lui ancora non lo sa, è una sorpresa. Vuoi venire? Torniamo presto!”
“Ok!”
Così arrivo a casa loro e portiamo Sam a viversi questa sorpresa di cui lui non sapeva niente. Saliamo in macchina, arriviamo, parcheggiamo e lui si illumina “siamo al ciMena!”
La cosa bella dei bambini è che grazie a loro rifai cose che non fai da anni, da sempre, che non ricordi di aver mai fatto: il cinema alle 14!
Biglietti, piadina “mamma, Sia ma non parlate mentre mangiate sennò fate tardi e il film inizia!”, e finalmente ciMEna!
Anche solo con le pubblicità, Sam entra nel favoloso mondo del ciMEna e poi lo spettacolo è stato lui che guardava, e commentava quello che vedeva.
Willy è un bimbo che vive nello spazio con i genitori e che poi viene catapultato in un mondo alieno e trova due amichetti con cui se ne va a spasso a fare l’esploratore in attesa che la sonda venga a riprenderselo.
I bambini sono fantastici: si concentrano, capiscono, si rattristano, incitano ad alta voce, si entusiasmano, tutti insieme, tutti uguali.
Io pensavo solo speriamo che: Willy ritrovi i genitori; si salvi; si porti dietro Jack; i mostri crepino; il robottino si riprenda… una tensione che non vi dico.
È che finalmente hanno capito che i bambini devono vivere storie da bambini, no Dolce Remì, Bamby, Belle e Sebastienne e chi più ne ha più ne metta.
Ma che infanzia abbiamo avuto noi?! Tutta una tragedia: se tutto andava bene avevano perso un fidanzato; se le cose si mettevano male erano orfani e vivevano con il nonno.
Ci hanno messo solo 40 anni a capire che bisogna farli sognare, non illuderli ma manco sbattergli una tragica realtà (ma anche più che tragica!) in faccia, tanto poi ci arrivano da soli ma facciamogliela godere questa vita per un 5/10.000 anni.
W il ciMEna, W Sam!