Il mio amico Giorgio un giorno arriva con un pacchetto che mi dà in segretissimo.
Lo apro e dentro c’era il suo libro con una bellissima dedica.
Il libro è No, non abbiamo figli.
Quando mi succedono queste cose sono sempre un po’ in difficoltà perché penso “e se il libro non mi piace come glielo dico?!”. Nel caso di specie poi è una persona che vedo anche di frequente quindi neanche me la sarei potuta cavare con vaghezza, dal momento che per me parla anche la mia faccia, perché, come sapete, io sono affetta da “faccite”.
Ad ogni modo non c’è stato bisogno di nulla perché il libro mi è piaciuto molto.
Mi sento di fare a Giorgio i miei più sinceri complimenti.
Giorgio mi ha scaraventata in un mondo che non mi ha mai interessato: non ho mai avuto il famoso “istinto materno”; amo i bambini ma sono un po’ Erode; ho pensato “forse potrei” solo due volte in vita mia e perché ero innamorata non perché lo volessi davvero. Ho, quindi, affrontato il libro con un certo scetticismo e con la paura di annoiarmi dal momento che il libro parla di una coppia con una gran voglia di fare bambini ed alla quale i bambini non arrivano.
E invece proprio no.
Giorgio, infatti, ha trattato un argomento così difficile in maniera diversa dal solito: completa, colta, ironica, drammatica ma a tratti divertente; ha raccontato il dolore con il giusto distacco, senza essere morboso o patetico, solo un po’ di cattiveria spruzzata qua e là.
Ho temuto la cronistoria di un dramma e invece ho trovato il racconto di una catarsi, con la descrizione di un desiderio grande ed irrealizzabile.
Devo dire “bravo” a Giorgio per non avermi fatto annoiare, per essere stato così delicato, vario e completo; per aver avuto il coraggio di affrontare il percorso prima e di raccontarlo poi.
Bravo lui (e lei) per il coraggio e la tenacia, poi le cose (purtroppo) vanno come devono andare.
Leggetene tutti!