Per leggere anche in periodo di quarantena ho scoperto che devi appassionarti ad un personaggio e se hai la fortuna di non conoscere ancora l’Avv.to Guerrieri ti metti lì, te li compri tutti (su Kobo o te li fai portare perché non è necessaria l’apertura delle librerie se sei un lettore serio) e te li leggi.
Ti affezioni al personaggio, nella fattispecie io mi sono affezionata a questo Avv.to penalista lasciato dalla moglie, che vive una lunga depressione e che poi risorge ovviamente anche grazie ad un caso che lo appassionerà e che vi appassionerà. Una brutta storia di un “negro” accusato della morte di un bambino. Una storiaccia.
La cosa che mi piace di questi libri di Carofiglio è che c’è il caso ma c’è di più il protagonista con i suoi guai, con le sue sensazioni, paranoie, gioie, dolori, stati d’animo, camminate. Insomma Guerrieri prevale sull’Avv.to.
Con una scrittura chiara e appassionata poi scopri anche qualcosa del diritto penale che non è male: i riti, le procedure, gli articoli, è molto interessante. Molto.
E’ “divertente” la fase istruttoria ed è appassionante la parte finale, le arringhe del pubblico ministero e, soprattutto, dell’avv.to difensore (nella fattispecie Guerrieri) sono coinvolgenti, inevitabilmente parteggi per l’accusa o la difesa, inevitabilmente ti fai venire un dubbio sull’innocenza o la colpevolezza, Vi segnalo di questo libro la dichiarazione finale dell’imputato “Voglio dire solo una cosa. Voglio ringraziare il mio avvocato perchè ha creduto che sono innocente. Voglio dirgli che ha fatto bene, perché è vero”. Sarà vero veramente?! Sarà stato assolto?
Ovviamente io ho già preso i due successivi, se volete e ancora non lo conoscete vi consiglio di leggerne tutti.