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Sembra poco ma non è

Oggi pensavo che non bisogna sottovalutare quelle che sembrano piccole cose ma che in realtà non lo sono.

Oggi pensavo agli abbracci.

A quanto uno pensi “e vabbè, che è?! Un abbraccio!”.

Ma non scherziamo con i sentimenti, per cortesia.

Un abbraccio può essere più di un bacio, più di una notte d’amore; un abbraccio può essere come l’acqua per il cioccolato (che è uno dei miei film preferiti e solo chi l’ha visto può capire!).

Comunque, volete che vi faccia qualche esempio?! Volete che ve ne descriva qualcuno e vedete se vi ci ritrovate?! Volete un elenco per capire quanti tipi ce ne sono e come possono lasciarci?!

Procedo.

Ti riempie di lacrime di gioia quell’abbraccio dato sul lettino di una sala di ospedale quando chiudi il cerchio di una terapia un po’ lunga e che dice, per tutta la stretta: “Amica, ce l’abbiamo fatta!”.

Ti fa schifo quello di circostanza: dato con freddezza, magari con la mano dietro che fa le pacchette, avete presente?! Bleh, ma che lo date a fare?!

Ti fa bene al cuore l’abbraccio di mamma, papà, sorella, fratello, amica, parente prossimo quando ti senti uno schifo e senti che ti arriva quell’ondata di “andrà tutto bene” che ti fa stare subito meglio.

Ti entusiasma l’abbraccio a seguito di un successo.

Ti consola quello ricevuto dopo un insuccesso.

Ti strega quello energico di persone carismatiche.

Ti stimola quello di chi ti piace.

Ti premia quello di gratitudine.

Ti fa inorridire quello dei falsi come Giuda.

Ti intenerisce quello dei bambini.

Ti dá coraggio quello dato prima di una cosa che ti fa paura.

E poi…

… ti lascia senza fiato quell’abbraccio sull’uscio di casa dato ad una persona che non vedi da sei mesi e con la quale hai “chiuso un po’ così”. Ti lascia senza fiato, ti colpisce allo stomaco, ti spacca il cuore, ti dà quella sensazione di benessere, di tranquillità, di pace, di amore, di felicità, che solo ritrovare una persona che ami può darti.

 

I need an hug

Conoscete LaPresse? Come no? L’agenzia di stampa, eh quella.

Fantastico, contenta per voi se la conoscete ma non c’entra niente con quello di cui voglio parlare.

Perché “la press” può essere anche diminutivo di “la pressione”!

La pressione che si misura (e attenti a non averla alta!) e la pressione che puoi subire da qualcosa o qualcuno ma, soprattutto, da qualcuno.

Bene, in quest’ultimo periodo di “la press” ne ho subita parecchia, sarà che forse io sono diventata intollerante ma “la press” è una cosa che non sopporto.

Ma perché mi devi fare pressione?! Ma lasciami in pace?!

Vi potrei raccontare mille episodi ma ne basta uno.

Allora Aqaba, io e la mia compagna di viaggio conosciamo due gentilissimi ragazzi che ci portano in giro per la città nonché a mangiare in uno splendido locale dove il nostro vicino di tavolo si nutriva di cipolle e thè… molto divertente.

Era chiara la situazione per cui i due ragazzi si erano divise le pollastre.

Gentili, gentilissimi fino al fastidio.

Ci offrono la cena, la birra e ci portano sulla terrazza di un albergo a vedere la città dall’alto e il tipo, a cui ero capitata in sorte io, mi invita a fare un giro e ci sediamo proprio di fronte alla Moschea.

Tutto molto, molto bello.

Ora succede che a me questo proprio non piaceva e a lui, invece, proprio piacevo io e dai che comincia un attacco serratissimo a cui io prontamente ho cercato di rispondere, battuta dopo battuta. Tipo: Io, dopo aver parlato dello scibile tutto: e sei figlio unico. Lui: no, ho 8 fratelli. Io: ah, e i tuoi? E lui: sono morti. E io: oh mamma, mi dispiace. E lui: e lo so, ho bisogno di un abbraccio… il tutto in inglese (I need an hug!), magari i suoi sono morti da 10 anni!

Ovviamente l’abbraccio non è arrivato, così come non è arrivato niente del resto ma io dico se una non ci sta, non si capisce tipo dopo una conversazione?! C’è bisogno che divento antipatica? E l’attacco è continuato e ho tirato in mezzo la Moschea…. pareva brutto di fronte ad Allah! E la sera dopo ho tirato fuori la sabbia sulla spiaggia e l’acqua che è bagnata.

Ma io dico come si fa a non capire quando “an hug” non è gradito, quando non c’è trippa per gatti, quando se una è gentile forse è solo gentile e non vuol dire che hai possibilità che diventi tua moglie.

Banalmente, è inutile fare “la press” perché tanto, amici, se a una piacete lo capirete prima di lei.

Fidatevi e dedicatevi al giardinaggio invece che alle agenzie di stampa, torna più utile.