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Loro

Qualche anno fa mi imbattei in un cargo battente bandiera liberiana… ah no, quello era mi imbarcai!
Scherzo e ricomincio.
Qualche anno fa mi imbattei nel libro di David NichollsUn giorno” e ne rimasi folgorata.
L’ho adorato e lo adoro.
Una storia d’amore bellissima raccontata in maniera impeccabile.
L’ho consigliato a tutti e lo consiglio ancora.
Poi, come sempre mi succede, sull’onda dell’entusiasmo, ho comprato un altro libro dello stesso scrittore “Le domande di Brian” che ho trovato faticoso e ci ho messo una vita a finirlo.
Ora, nell’ultimo giro in libreria, rivedo lo scrittore sugli scaffali con il nuovo libro e non ho resistito, l’ho preso, per dargli un’altra possibilità e…
HO FATTO BENE!
Noi è un libro davvero ben scritto.
Una storia di amore di coppia e tra genitori e figli assolutamente da leggere perché scorrevole, divertente, a tratti esilarante.
Mentre in Un giorno il racconto era condiviso tra i protagonisti qui racconta Douglas, il marito di Connie ed il padre di Albie.
Inglese, scienziato, un mix tra Fantozzi di Villaggio e Furio di Verdone, ma da immaginare con un aspetto decisamente migliore.
Douglas ci racconta la storia del suo amore per Connie e dell’ultimo viaggio di famiglia con il figlio.
E lo fa su due binari: presente e passato.
Il presente è il viaggio che, prima in tre, poi in due, poi in uno, poi di nuovo in due e poi di nuovo in tre, fanno attraverso l’Europa: Parigi, Amsterdam, Monaco, Venezia, Firenze, Siena, Madrid e Barcellona le città toccate, dove succede più o meno di tutto.
Doglas ti fa morire dal ridere perché è davvero “il personaggio” quello che: posa la bicicletta su un muro ad Amsterdam e provoca l’effetto domino con rischio di rissa e viene salvato da una prostituta; che si addormenta a Siena e si sveglia ustionato; che si fa il bagno a Barcellona e viene attaccato dalle meduse.
Douglas è, però, un uomo molto innamorato della moglie artistoide: lui, con la precisione dello scienziato, che lotta con l’anti convenzionalità dell’arte della moglie e del figlio; che cerca, a modo suo, di tenere unita la famiglia; che per fare troppo, fa disastri.
Il viaggio si accavalla con l’inizio della storia di amore tra Connie e Douglas: il primo incontro, la prima uscita, il matrimonio, la prima figlia, il primo figlio, la casa, il lavoro, loro 3!
È da leggere questo libro perché (ripeto) é davvero divertente e poi perché fa riflettere:
l’accanimento di Douglas nel tenere uniti i tre; la voglia di riscattarsi agli occhi di moglie e figlio; la decisione con cui si ostina a recuperare il rapporto con il figlio.
Non puoi non volere bene a Douglas; non puoi non pendere dalla sua parte; non puó non farti arrabbiare il suo isolamento dalla famiglia e non puoi non lasciarti infastidire da Connie che non si capisce, per buona parte del libro, se ne è ancora innamorata e lo tiene in una specie di limbo (io le odio ‘ste cose: diglielo e basta, no?!).
Non vi dirò dove li porta il viaggio; non vi diró come ne tornano, non vi dirò come finisce, non vi dirò niente di tutto questo perché a me è piaciuto e vorrei che piacesse anche a voi!
Buona lettura.

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Doniamoci (famiglia)

Mi sento in dovere di dare qualche dritta, o meglio, non dritta anche per i regali di famiglia, diciamo collettivi che spesso sento fare. Bè, non sono d’accordo mai: il regalo è soggettivo e non può, né deve, mai essere collettivo. Quindi:

  • Arredamento, includendo in esso anche le televisioni, per dire. Io capisco la crisi ma, ragazzi, quelli non sono regali: sono acquisti più o meno necessari. Se vi serve un divano dove poggiare il sedere mentre guardate la televisione, che non avete, bè non si tratta di un regalo ma di una necessità. Ok, comprateli ma non me li chiamate regali. Reciprocamente regalatevi anche un paio di mutande ma abbiate qualcosa da scartare sotto l’albero, perché se al Natale togliamo pure questo mi dite che cosa cavolo lo teniamo a fare?
  • Animali domestici. Cani & gatti & affini non sono cose. Cani & gatti & affini possono essere meravigliosi cuccioli che poi cresceranno ed hanno, e avranno, bisogno di attenzioni, di molte attenzioni. Non cedete alle richieste dei vostri figli se non siete pronti o non ve la sentite. Quando poi ad agosto dovrete andare in vacanza non vi voglio sentire. Dal momento in cui entreranno in casa vostra ricordatevi che avrete un essere vivente in più a cui badare e non potrete far finta di niente. Vi è sufficientemente chiaro?! Non prendete decisioni affrettate sull’onda dell’entusiasmo. Fermatevi e riflettete e poi ricominciate a riflettere e solo quando sarete assolutamente certi di quello che state facendo, fatelo perchè non potrete tornare indietro. Ecco.
  • Viaggi. Sono gli unici regali collettivi che approverò sempre su tutta la linea. Viaggiare è sempre un dono per mamma, papà, figli, animali domestici, zia, zio e nonna, per tutti. Viaggiate e vi arricchirete sempre e comunque.
  • Arte. Io penso sia una buona soluzione. Scegliere un abbonamento famiglia o per due magari in un luogo di esposizione. Crea una buona aggregazione familiare e passerete ore liete. L’arte è come i viaggi arricchisce senza impegnare e crea discussioni, curiosità. La approvo sempre.
  • Love Love Love. In realtà in famiglia basta questo. E’ il regalo più bello che possiate farvi: resistere ad amarvi :D!

 

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Categorie protette

Ragazzi, ve lo dico: io mi sono stufata di far parte di una categoria protetta.
E, a maggior ragione, mi sono stufata oggi di far parte di una categoria protetta nella categoria protetta.
Già m’era preso un embolo con la storia delle “quote rosa”, perché per me il fatto che vengano elette delle donne non può essere un obbligo di legge, nè una garanzia di risultato.
Il mio principio é: trattatemi in maniera uguale agli uomini; non mi agevolate, non mi penalizzate e andremo d’accordo. E questo non lo deve dire la legge ma il buon senso. Tra l’altro il fatto di essere donna non ti deve dare punti in più per sederti al potere.
E questo va bè, l’ho assorbito.
Poi sento che i famosi 80€ verranno dati alle neo mamme.
Ecco, qui proprio non ci posso/voglio stare!
Perché?! Ma come perché!
Intanto i motivi per cui una non è mamma sono nmila. Ve ne elenco solo qualcuno per non dilungarmi.
Le donne possono non avere figli perché: non hanno trovato un uomo degno con cui farli; non li vogliono; non li possono avere; non hanno abbastanza soldi per andare dall’altra parte del mondo per provare ad averne uno. C’avete pensato?!
Ecco io sì, perché sono donna e NON mamma e non trovo giusto che al discrimine assurdo del sesso aggiungiamo pure l’aggravante della maternità.
Già qui se sei donna devi essere: gentile ma non troppo da sembrare oca; decisa ma non troppo da sembrare in prossimità del ciclo; ben vestita ma non troppo da risultare provocante.
Ora a tutto questo aggiungiamo pure il dover essere mamma. Ma BASTA! Io dico NO!!!
Ma mica siamo tornati al medio evo, è finito da un pezzo, se proprio volete tornare all’antico leggetevi l’art 3 della costituzione: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, religione etc etc. “.
Capisco la propaganda elettorale ma ritengo pure che per trovare un criterio trasversale non ci voglia uno scienziato, provassero a chiedere a me che ho più di mille idee!

Belli di zia

Domenica, quando tornavamo da Bilbao, c’era un ragazzo sull’aereo: alto, grosso, uno dei classici bonaccioni romani, tutto muscoli e battute. Faceva parte di un gruppo quanto meno eterogeneo che poi abbiamo scoperto tornare da una vacanza in surf. Comunque, al decollo e all’atterraggio, era tutto un “come sta Simone?!” e Simone, grande e grosso, sudava di terrore perché semplicemente aveva paura dell’aereo. Capita.

Mi sono chiesta, per tutto il viaggio, come sarebbe stata la mia vita se i miei genitori all’età di 6 anni non mi avessero fatto salire su un aereo per portarmi dall’altra parte del mondo. Mia mamma, infatti, che dell’aereo ha paura, ha pensato bene di farmi vincere la sua paura portandomi in Argentina per non so quante ore di volo ad un’età in cui è tutto inevitabilmente un gioco.

Bello, brava mamma.

E’ sicuramente per questo che prendo più facilmente l’aereo che il treno; è sicuramente per questo che sono sempre con la valigia pronta; è sicuramente per questo che arrivo più facilmente a Bilbao che a Frosinone.

Per lo stesso principio, terrore dell’acqua, mi ha portato in piscina all’età di 6 anni e mi ha permesso di amare il mare quanto lo amo e di viverlo come va vissuto, da dentro!

Di nuovo devo dire: bello, brava mamma.

A questo punto mi sento di dover dire:

“Genitori tutti , non castrate i vostri figli, non fate vivere loro le vostre paure, non li costringete ad una vita di rinunce ma rendeteli curiosi, fateli volare (non solo in senso letterale) solo così impareranno ad apprezzare quello che vivono”.

Ammazza, so’ forte e parlo bene io dal basso della mia “ziaggine” che è decisamente meno impegnativo 🙂