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People watching

A voi piace il people watching? A me un sacco.

Mi é capitato, per due sere di fila, di avere un po’ di tempo e di passarlo guardando le persone.

Vi siete resi conto che lo facciamo sempre meno?! Perché se arriviamo prima ad un appuntamento, se dobbiamo aspettare ormai ci viene istintivo prendere il telefonino in mano e guardare quello.

Vi assicuro che non è tanto divertente ed istruttivo come guardare le persone che ci passano davanti.

Vi assicuro che é interessante, divertente, emozionante.

A prescindere dal fatto che io adoro la moda e mi incuriosisce sempre guardare come sono vestite le persone, osservarle é una cosa che va al di lá dell’aspetto fisico.

In fatto di moda ho, così, scoperto che:

1) se su un invito c’è scritto “cena di gala” la gente (soprattutto le donne) impazziscono. Tacchi glitterati meravigliosi; vestiti lunghi bianchi e neri; stole argentee; minigonne di pizzo rosso… cose che voi umani non potete immaginare. L’unica cosa che ho pensato a seguito di questo “people watching notturno” è stata “Less is more!”;

2) la moda giovane maschile è aberrante. Questi pantaloni leggins corti con il risvolto stanno male anche a Brad Pitt, ragazzi astenetevi! Il sabato pomeriggio è un continuo passeggio di tali individui, fieri, con le proprie ragazze al fianco, alle quali vorrei disinteressatamente dire “ma fateli cambiare, che state con dei soggetti ridicoli!”.

Al di là della moda, però, mi intenerisce guardare le giovani coppie, quelle affiatate, quelle incazzate. 

Mi incuriosisce osservare quelli che vanno di corsa, o stanno al telefono o si fermano in attesa di qualcuno. È stimolante. 

E poi anche inquietante e terribile guardare che se si passa davanti a Tiger (negozio di “cazzate” a basso costo) chiunque alla fine vi entri. Con una libreria accanto si entra da Tiger. Non lo capisco e non lo accetto ma lo osservo.

Ora posate il telefono, guardatevi intorno e troverete me… che vi guardo.

Be careful!!! 

Fertilityday?! 

Dunque, non apro twitter per una giornata.Vi rientro e trovo #fertilityday.

Chiedo cos’è e prontamente mi si invia un link che vi allego perché io manco ve lo spiego che cos’è: http://www.ilpost.it/2016/08/31/fertility-day/, il tutto corredato da foto a dir poco imbarazzanti. 

Ora chi vi scrive è una donna di 41 anni, che non è dotata di un particolare istinto materno. 

Sono una di quelle che in vita sua ha avuto la smania di fare un figlio solo due volte e solo perché follemente innamorata, dal momento che ho sempre pensato che un figlio debba essere il frutto di un grande amore, che puoi incontrare a 20 o a 50 anni, non mi interessa.

Odio quelle donne che passerebbero sul cadavere della madre per diventare madri a loro volta è che, una volta raggiunto lo scopo, si annullano in funzione del pargolo.

Detto questo, trovo aberrante che un Ministro della Repubblica si faccia promotore di un’iniziativa a dire poco offensiva per le future madri, per i futuri padri, per i futuri figli. 

Ma chiariamo alcuni punti:

1) una donna è donna anche se non diventa madre (questo proprio come regola di vita!); 

2) non sempre non essere madre è una scelta ma può essere una necessità (mancanza di lavoro), un’impossibilità (non riuscire ad averne), un quel che cazzo vi pare;

3) se uno decide di fare il figlio mi auguro che non lo faccia a seguito di un incitamento del Governo, anche perché laddove il Governo c’ha messo la mano era meglio che si faceva i fatti suoi (vedi la Cina e la sua politica delle nascite);

4) l’argomento è talmente delicato che ci si dovrebbe vergognare a trattarlo in maniera così leggera. Dietro c’è la sofferenza di molti che vorrebbero ma non possono, che aspettano di aspettare e non la cicogna (ma come cazzo vi è venuta in mente quella foto!).

Ora, l’unico invito che mi viene da fare alla Ministra Lorenzin per il 22 settembre, giorno indicato per il #fertilityday, è di fare la valigia e andarsene lei e i due pargoli che ha serenamente messo al mondo (senza che nessuno la incitasse a farlo) ad andarsene a fare in culo.

Saluti! 

Scusate le parolacce ma “quanno ce vo, ce vo”! 

Perché?! 

Questa storia di Sara mi ha sconvolta. E non perché non ce ne siano altre ma questa di Sara mi ha scioccata.

22 anni lei, 27 anni lui.

Giovani e belli e non ci sono più.

Perché lei è morta ma lui meglio non sta.

Cosa porta una persona ad ucciderne un’altra è qualcosa che, grazie a Dio, non riesco ad arrivare a capire e ne vado fiera.

Cosa porta una persona ad essere ossessionata da un’altra al punto da decidere che se non sarà sua meglio di nessuno, anch’essa é una cosa che, grazie a Dio, non riesco ad arrivare a capire e ne vado fiera.

Non sopporto la parola “femminicidio” non sopporto la locuzione “delitto passionale” perché l’unica che mi viene in mente è omicidio. 

E per quanto siano omicidi che sembrano arrivare al culmine di un raptus, io li trovo sempre, in parte, premeditati perchè se uno esce di casa con una tanica di benzina in macchina non può non aver pensato, in un angolo del cervello, di usarla e non per far camminare la macchina.

Ci sono tante, troppe di queste storie. Essendo una fan accanita della ben fatta trasmissione Amore criminale, ne vedo a decine; se apro il giornale, ogni giorno c’è una notizia simile.

Tutte le volte che ne leggo una mi chiedo: ma dov’è l’amore in questa notizia?! ma perché trattasi sempre di omicidio/suicidio è mai di suicidio prima di “omicidiare”?! Ma perché quello che era un amore diventa a tal punto odio da spingere ad uccidere?! Perché?! 

Perché Sara non potrà più godere dei suoi 22 anni e studiare, danzare, uscire come amava fare? Perché un mostro ha deciso di porre fine alla sua esistenza? Perché una madre ed un padre non potranno mai più darsi pace? Perché dobbiamo stare qui ad analizzare gli ultimi minuti di vita di Sara invece di ignorarla come una qualsiasi delle sue coetanee che vivono una vita tranquilla? 

Ma perchè chiedersi perché quando non serve e non si può tornare indietro?! 

Piuttosto: parliamone; educhiamo al rispetto degli altri; confidiamoci se qualcuno supera i limiti; cerchiamo di evitare di dover leggere ancora di Sara o di chi, come lei, sarà costretta a non poter più studiare, danzare, uscire come ama fare perché qualcuno deciderà di porre fine alla sua esistenza.

State attente, stiamo attente e nessuno si farà male. 

Civilmente uniamoci

Mi piacerebbe scrivervi qualcosa che non siano recensioni.Ci penso e ci ripenso e ho mille e una idea che poi non riesco a finalizzare in un post.

E poi l’altro ieri è successa una cosa, in parte rivoluzionaria per questo paese, e allora due righe ve le voglio scrivere.

Per la prima volta in un paese come il nostro, schiavo della Chiesa, si è fatto un passo (per me anche troppo piccolo) verso l’uguaglianza.

Finalmente le Unioni civili sono diventate legge.

Non ci sarebbe niente di straordinario se non fosse che siamo in Italia e gli attentati a questo tipo di legge sono stati fatti in tutti i modi, e da tutti i fronti, perché i voti della Sacra Romana Chiesa servono.

Davvero trovo anche imbarazzante doverne gioire perché se è vero, come è vero, che l’art. 3 della Costituzione (il mio preferito e che peraltro trovo perfetto nella sua semplicità) dice che “siamo tutti uguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso…” non vedo dove sta la straordinarietà nell’attuare questo principio.

E comunque qualcosa di straordinario c’è se ci abbiamo messo tanto.

È qualcosa, non è tutto, ma dare la possibilità a tutti di scegliere secondo me è già di per sè un successo.

Perché qui non si obbliga nessuno a “unirsi” ma si dà la possibilità a tutti di farlo!

E non è forse questa la vera uguaglianza?!

Le polemiche che ne seguono le trovo aride, pretestuose, inutili.

Io sono per l’amore sempre e comunque; da dare e da ricevere da chiunque ed a chiunque; sono per il vivere civile e libero, sempre nel limite della libertà altrui e non vedo come la mia, o quella di chiunque altro, possa essere toccata dall’unione di due persone dello stesso sesso.

Sarei anche per garantire ai bambini una famiglia piena d’amore, che non è necessariamente composta da persone di sesso opposto, ma per questo forse questo piccolo (e a volte gretto) paese ancora non è pronto.

Ma non voglio disperare se finalmente si è avuto il coraggio di dire che un Capo di Governo giura “sulla Costituzione e non sul Vangelo”… certo ora tra il dirlo ed il ricordarselo ogni volta che si mette mano ad una legge ce ne passa, ma la speranza c’è perché poi, in fondo, come ha detto l’on. Zan nella sua dichiarazione di voto”cosa si guadagna ad impedire la felicità altrui”?! 

Io dico niente, usatelo come principio di vita! 

Vale il Santo!

Domani è San Valentino.Volevo ricordarvelo.

So che siete tutti snob e queste cose non vi piacciono, ma io vado contro tendenza e a me piace sempre San Valentino perché, in generale, mi piacciono le occasioni per festeggiare qualcosa.

E cosa meglio dell’amore?!

E lo so che l’amore si deve festeggiare tutti i giorni; e lo so che non sono certo un pacco di cioccolatini a dare un senso all’amore; e lo so, ma chi se ne frega. 

A me piace.

Domani per me, come altri 37 San Valentino della mia vita (ne ho tolti due perché sono stati speciali!), sarà un giorno come un altro ma per chi può, vi invito a regalare straBANALMENTE:

1) un fiore, un mazzo, una pianta insomma quello che cavolo vi pare… piacciono a tutti, conosco solo una persona che non gradisce riceverne e per ben altre ragioni, quindi che siate uomini o donne regalateli che fa sempre piacere riceverne;

2) cioccolatini, questi piacciono anche a quella persona che non ama i fiori perché la cioccolata è democratica e trasversale, non potete sbagliare; 

3) un pensiero d’amore, e questo copre anche gli scettici tra 1 e 2. Il pensiero però, fatelo e comunicatevelo, non tenetelo per voi che qua di stitichezza ne abbiamo abbastanza. Rendete felice il vostro amore, facendogli sapere cosa provate per lui. Non ci vuole molto, basta dire a parole quello che provate nel cuore e, se viene dal cuore, sarà facile! Provate. 

Ecco, non servono grandi gesti, bastano poche cose ma buone. 

Avete 24 ore, pensate.

Per me sempre Vive l’Amour!

PS: ricordate che è il santo dell’amore, per cui i vostri gesti fateli a chi amate e non a chi pensate “ti tromberei volentieri”

PS2: ho preso in prestito il cuore della ricerca sul cancro perché non c’è bisogno di dire perché! 

Ficaggine 

Ieri sera ho visto un film.Dal minuto numero tre fino alla fine del film pensi solo: “ma quanto è bello Vincent Cassel?”.

Il film si intitola Mon Roi. 

Che vi posso dire? 

Mi ha messo un po’ il nervoso.

Intanto la scelta degli attori: perchè ok che il tipo fico non deve stare necessariamente con la tipa fica, però manco con la sciattona. 

Lui affascinante fino alla nausea (con la barba e senza, coi capelli lunghi e corti, insomma sempre!); lei slavata, biondina insulsa, senza trucco, con i capelli senza senso e vabbè. 

Che poi uno dice “de gustibus” ma si potevano impegnare un minimo di più nella scelta di lei.

Comunque andiamo avanti. 

Lei, ovviamente, nota lui in discoteca e si approccia e la cosa incredibile è che lui ci sta. Anche se si capisce subito che lui è uno che starebbe pure con un sampietrino.

Comunque cominciano a frequentarsi. 

Lui mezzo matto da subito; lei mezza scema da prima. 

Si frequentano; si amano; si sposano (una delle scene più belle è quella del matrimonio);hanno un figlio.

Lui, appena lei rimane incinta, comincia a distrarsi e lei ne passa di tutti i colori. Roba che ad un certo punto ti verrebbe da urlarle “ma basta, mandalo a quel paese!”.

Ovviamente, tutte le volte che lei cerca di allontanarsi lui la ricerca altrimenti come sarebbe lui il suo re degli stronzi?!

Il tutto ci viene raccontato da lei, rinchiusa in una clinica di riabilitazione, dopo aver avuto un incidente sugli sci… Perché le sciagure non vengono mai da sole.

Il film è tutta una serie di flashback fino ad arrivare al presente: quando lei esce dalla clinica e va dai professori a sentire come va il figlio, il povero Sindad (messo in croce pure con questo nome come se non gli bastassero i genitori); lì arriva anche lui e capisci che, nonostante tutto quello che lei ha passato, la storia non finisce.

Il film è un’analisi sulle relazioni di coppia “malate”. Ne sentiamo parlare tutti giorni, molti ne hanno vissuta una, ma vederla riprodotta su uno schermo ti dà il nervoso perché pensi ad un certo punto: “si vabbè ma mo basta, lascialo”.

Il 90% delle donne che conosco, me compresa, ci cascherebbe con un tipo come Cassel ma ad un certo punto una deve dire basta!

E invece no: un’ora, due ore, tre ore (non so più perché a un certo punto ho perso il conto) di stronzaggine di quest’uomo nei confronti della passiva donna.

Il film è lento. 

Bellissimi gli interni: le case, belle tutte quelle presenti; mentre quasi assente Parigi.

La protagonista è un po’ sopra le righe nella recitazione, non mi è piaciuta; lui non lo so tanto perché ero distratta dalla sua fisicità.

Tantissime chiacchiere, comunque, forse un po’ troppe e poi mi sembra che sia tutto raccontato con una certa superficialità.

Facciamo così, donne (perché per gli uomini è inutile andare) se volete rifarvi gli occhi andate tranquille; diversamente state a casa che mi sono sacrificata già io. 

Ma che ne sanno?! 

Si parla sempre di universo maschile e universo femminile: gli uomini vengono da Marte e le donne vengono da Venere insomma, tutte quelle minchiate che io sinceramente non condivido!
Comunque, riflettevo su questo e su quanto ci sia una cosa, tra le altre, che proprio gli uomini non potranno mai capire delle donne ed è: il dolore dei piedi dopo aver portato per un’intera giornata le scarpe coi tacchi.

Non lo capiranno mai, perché non si può capire.

E’ una cosa che solo chi la prova la conosce.

La scena è sempre la stessa: un paio di scarpe abbandonate sullo scaffale di un negozio. Stanno lì, sole sole:; è l’ultimo paio, l’ultimo numero ed è il tuo: sono bellissime, con tacco magari, con punta o senza, proprio di quella sfumatura di colore che tu non hai. E allora: LE COMPRI!

Ora, considerato che sono state abbandonate per tanto tempo su quello scaffale, non puoi fare altro che riportarle a casa e non farle sentire sole. E, per non farle sentire sole, le devi rendere protagoniste della tua vita: SUBITO!

Quindi, se esci la sera le indossi all’istante; se non esci le indossi la mattina dopo, magari soprattutto se ti devi vestire la mattina e sai che avrai aperitivo o cena e devi fare tutta una tirata.

Ed è così che voi e loro vivete questa fantastica giornata insieme: sui tacchi, con la punta, magari senza calze (perché indossare i tacchi senza calze rimane il top per me).

Va tutto bene: la mattina passa tranquilla; a pranzo cominci ad accusare; alle 17 le vorresti togliere; alle 19 cominci a sudare freddo; alle 22 ti parte il mal di testa da perforamento che lo conosce solo chi lo prova.

E cominci a non pensare ad altro e cominci a concentrarti sul fatto che l’unica cosa che vuoi nella vita è liberarti da quell’incubo, é TOGLIERLE!

E invece, loro maschietti sono lì tranquilli che hanno passato tutta la giornata nelle loro morbide duilio o nei loro ciabattosi mocassini e poi la sera si presentano con le sneakers! Maledetti!

Vale lo stesso durante le cerimonie, quando il tacco è ancora più alto, il vestito ancora più scomodo e loro uomini, pinguini, stanno lì impomatati con la loro cravattina e le loro Church’s e non ce n’è… ma vuoi mettere?! Ma che ti può succedere?! Che ti stringano i lacci? Non c’è niente che sia paragonabile all’agonia del tacco.

Oppure la sera a ballare: per essere un minimo figa, ok il jeans ma almeno mettiamoci il tacco ed è così che al decimo pezzo in pista ti scendono le lacrime perché non ce la fai più e non sai se è meglio stare seduta per non alzarsi più o insistere a pigiare i piedi a terra per cercare di dimenticare il dolore. E quelli ti guardano e si dimemano, tanto che gliene frega a loro, che tipo di dolore ti può dare un anfibio, per dire?!

Certo, belle sono belle e l’uomo non avrà mai il piacere di indossarle (a meno che non abbia propensioni particolari ma quella è un’altra storia!) ma la morsa che ti stringe quando invece del piede ti cominciano a comprimere la testa solo chi lo prova lo può conoscere.

Dice “e allora non comprarle?!” e pure tu hai ragione: ma se mi guardano da quello scaffale, tutte sole, abbandonate, io non faccio un acquisto, faccio un’opera di bene! E mi tocca pure soffrire, non c’è giustizia a questo mondo!

Less is more 

Lo so, lo so, sono una povera superficiale. D’altronde già me lo hanno detto e me lo tengo.

Sì, sono una superficiale ed é per questo che su tutta la questione dei Casamonica ho bisogno di dire la mia da un punto di vista “poco profondo” diciamo!

Vado, eh! 

Ho visto le foto, non tanto del funerale vero e proprio quanto della messa di suffragio di 7 giorni dopo. 

Beh, ragazzi, quanta roba! 

Ma dico, avete dato un’occhiata all’outfit delle addolorate?

Penso che loro non conoscano il detto “less is more”… ma quanta roba avevano addosso?

Le gonne: larghe, lunghe, con colori improbabili. Roba che era dagli anni ’90 che non vedevo tanto orrore in un pezzo solo.

I tacchi: alti, altissimi, con zeppe da trampolieri.

Le magliette: strette, strettissime con effetto lonza garantito. 

I capelli: lunghi, neri, tendenzialmente sporchi con immancabile mollettone.

Anche la sobria vecchietta con abito nero e capelli legati bianchi mi sbaglia tutto con l’accessorio d’oro garantito che manco la Madonna di Pompei. 

E gli uomini? 

Vi dirò, forse un po’ meglio: tutti in maglia nera, decisamente aderente e jeans o pantalone nero con scarpe che manco negli anni ’90, questo sì! 

Ho adocchiato solo un paio con il pinocchietto per il quale non voglio spendere manco mezza riga che il mio dito si rifiuta di scrivere. 

I cappelli diciamo che sono la cosa che ho apprezzato di più, indossati soprattutto dai vecchietti. 

Ok che sono zingari (o forse lo erano perché se hai colonizzato un intero quartiere da decenni, zingaro non lo sei più!) ma mi sentirei di consigliare una maggiore cura nell’abbigliamento, una maggiore cura del dettaglio, una maggiore cura nello spendere (o rubare) i soldi.

Mi sentirei anche di consigliare una maggiore cura nell’alimentazione perché, ragazze, oltre a vestirvi in modo improbabile, direi che avete anche esagerato con la pancetta. 

Va bene la tradizione ma qua si tratta proprio di cattivo gusto. 

Mai visto tanto orrore vestiario in così poco spazio. 

Ora io non voglio proprio entrare nel merito della questione, proprio no.

Giusto o sbagliato; chi c’era e chi non c’era; perché c’erano e perché no. Non lo voglio fare, non mi interessa. Ovviamente la mia idea ce l’ho e me la tengo pure.

Accontentatevi della mia superficialità e del mio consiglio alle sig.re.

Ragazze, non credo sia possibile che mi facciate considerare il più elegante il Super Carabiniere che vi é venuto a sorvegliare, in divisa con tanto di gradi ed orologio in bella vista.

Non me lo fate fare, che é brutto. 

Prendete esempio dai vostri uomini, donne, e ricordate sempre “less is more”.

Ok? Siamo intese? Ci vediamo alla prossima. Non mi deludete.

Misteri della Fede 

Oh, la domanda nasce spontanea: ma che fanno al bagno le donne?

E la risposta pure nasce spontanea: se non lo sai tu che sei donna!

E lo so ma io sono veloce e lo so perché me ne accorgo dalla faccia che fanno le altre donne quando esco dal bagno.

Dunque, ultima mia esperienza al bagno dello stabilimento balneare.

A parte che io consiglierei ai gestori di prevedere SEMPRE per le donne almeno due bagni perché uno non basta, non basterà mai, non può bastare; comunque, arrivi alle 10 te ne vai alle 20 e trovi sempre una lunga processione: SEMPRE.

Ma com’è possibile?!

Ora io dico: ok l’inverno (e manco tanto perché pure lì se non sei di legno è un attimo) ma comunque al mare veramente un costume devi tirare giù… E quanto ci vorrà mai?!

E, invece, a quanto pare ci vuole.

E aspetti, aspetti; e la fila si allunga, si allunga.

E chiedi: chi è l’ultima?!

E conti 10 persone davanti e pensi non ce la farò mai.

E poi arriva la Madonna (donna incinta che aspetta il bambinello) che scalpita e la fai passare, che poi io dico: se lo sai che te la fai sotto ma muoviti per tempo.

E aspetti aspetti.

E ne entrano 1, 2, 3… 9 e ognuna ci mette quei 5 minuti che pensi “è cascata dentro il water”, “è uscito un serpente e l’ha pizzicata”,  “è successo qualcosa… di grave… chiamiamo i soccorsi!”.

E poi senti lo sciacquone e dici “dai, sono salva” e passa un’altra ora.

E poi finalmente senti la porta che si apre e realizzi che forse, se ‘sta bradipa si muove a levarsi di mezzo, riuscirai a non fartela sotto.

E ma comunque rimane un mistero della fede: ma che fanno le donne in bagno? Perché ci mettono così tanto?!

Sarà forse lo stesso mistero che le spinge a muoversi a coppia? Una tiene tira giù i pantaloni o su la gonna e l’altra fa pipì?!

Ma quello che vi dovete dire non ve lo potete dire fuori e permettete alla gente di evitare di uscire con Thena Lady?!

Io boh, proprio non capisco.

E cammina cammina…  

E cammina, cammina…

Ma dove vanno?

Chi? 

Come chi, quelli che camminano sulla spiaggia… dove vanno? 

A Sabaudia è un continuo, per carità il litorale è lunghissimo ma dove vanno?! 

Li vedi dalle 9 di mattina e su e giù: giovani, vecchi, bambini.

Ma dove vanno? 

Camminano, chiacchierano, parlano al telefono, stanno muti, litigano e sempre, inesorabilmente, camminano camminano ma dove vanno?

Ma che poi li vedi, non a tutti va: le coppie poi sono le peggiori perché c’è lui che trascina lei o viceversa ma non vanno mai all’unisono.

E camminano camminano… ma dove vanno?! 

Non so ma io sono per un total relax… lettino, libro, bagno e poi di nuovo lettino, libro, bagno… ma io non cammino cammino… ma dove devo andare?!

Lo faccio tutto l’anno, tutta una corsa, tutto di fretta! 

E d’estate no, e in spiaggia no.

Vanno pure tutti un po’ di corsa. Allora mi dico “magari s’è sparsa la voce che allo stabilimento X regalano caramelle o gelato o soldi” allora forse pure io dovrei camminare camminare; oppure che serve per tenersi in forma sì ma se una forma già ce l’hai! 

E poi penso che camminano perché devono scappare da una situazione di lettino che non gli piace: tipo costretti a stare con moglie e marito senza voglia e allora camminano camminano per scappare, per passare un’ora, due, tre in pace. Può essere!

E quindi penso pure che è meglio lasciarli a loro: soldi, caramelle, gelati. Io poi non devo scappare da nessuno, il lettino mi piace e vado al mare solo con persone con cui voglio stare ergo meglio che io mi faccio i fatti miei, sul lettino, senza camminare camminare… ma anche perché: ma dove devo andare?!