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Vale per tutti, eh!

Mi imbatto in un articolo in cui si dice che Tsipras ha firmato come premier senza cravatta, nello stesso articolo si dice che quando ha firmato Renzi era in grigio chiaro; ancora, il premier indiano si è presentato con un gessato dove al posto delle righe c’era ricamato il suo nome in oro.

Ora io dico: NO!!!

Le regole di stile devono valere per tutti, porca la pupazza.

Anzi, devono valere a maggior ragione per i capi di stato e per le rispettive first lady, che rappresentano in giro per il mondo il rispettivo paese.

E dai!

Quello si presenta senza cravatta?! Sbagliato! A me non me ne frega niente quanto sei anticonformista, quanto sei comunista, quanto te ne freghi perché certi luoghi, come un Parlamento, richiedono rispetto. E’ per questo, che dico sì alla cravatta in situazioni istituzionali.

E questo deve valere per tutti, non me ne importa niente di quanto sei Amministratore Delegato e di quanti milioni di milioni euro hai nel portafogli, perché pure tu, Marchionne, non puoi contravvenire a questa regola e presentarti sempre con il tuo maglioncino blu che sarà pure di cachemire di inverno e di filo di scozia d’estate ma sempre un pulcioso maglioncino blu rimane e che cavolo!

E tu, Renzi, che ti sei presentato a giurare in un vestito grigio chiaro: è sbagliato! Certe situazioni richiedono un blu o un grigio scuro, molto scuro. Per fortuna, nei mesi, qualcosa è cambiato, anche se alla marcia francese ti sei presentato in bluette e va bè. Il punto è che io dico che tra le cose buone che produciamo c’è sicuramente la moda e dico, cacchio, affidati ad un genio dei nostri. Mettiti nelle mani di un Armani e fidati, cacchio, fidati. E fallo fare anche a tua moglie che sta abbastanza fisicata e che potrebbe permettersi di uscire da quel tubino nelle cinquanta sfumature di grigio in cui si è infilata.

Sulla sboronaggine del premier indiano poco ho da dire perché va bè… che gli vuoi dire ad uno che si fa ricamare in oro il suo nome su un vestito gessato. Il silenzio è meglio di mille parole in taluni casi.

Rimane sempre il mio consiglio: se proprio non sapete come fare aprite la mail, scrivete il dubbio ed inviatelo a vadobenecosi@gmail.com.

Ragazzi, FA TE LO!

 

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In bocca al lupo!

Caro Alessandro Michele, in bocca al lupo!!!

Sono davvero felice per te perché a volte i sogni si avverano.

Ora voi direte: e chi è Alessandro Michele?

Bè, Alessandro Michele è il nuovo direttore creativo di Gucci.

Già braccio destro di Frida Giannini è stato scelto come suo successore: 42 anni, romano, aspetto da Guru con barba e capelli incolti e look un po’ grunge.

Quando ho saputo che Frida (mia sorella!) avrebbe lasciato la maison sono caduta nello sconforto perché adoro Gucci ed adoravo le sue creazioni. Penso che sia stata bravissima nel suo lavoro. Fantastica!

Poi un giorno, su un giornale leggo che lei e il marito (AD della maison) lasceranno la casa di moda e ho pensato: nooooooooooooooooo! E ora?! Qua è un attimo che ci mettono un incapace che fa i pupazzetti come hanno fatto da Moschino?! Oppure che cominceranno a cercare e poi snaturare una delle mie griffe preferite.

Perché Gucci è Gucci: stile, classe, pochi eccessi, perfezione. Per me sta nell’Olimpo con Armani e Valentino ed accettare che andasse nelle mani di chicchessia è stato un duro colpo.

Poi i nomi che avevo sentito: Dio ci aiuti.

Comunque, Frida doveva rimanere fino alla collezione donna autunno/inverno 2015/2016 (quindi marzo 2015!) e invece settimana scorsa il colpo di scena: la collezione maschile è stata rivoluzionata e rifatta (o almeno così ho letto) da Alessandro Michele, in una settimana e Frida ha mollato prima.

E vedi la collezione e capisci che Alessandro Michele è bravo, è genio, è Gucci.

Poi ieri sera leggo l’annuncio e sarà lui a prendere il posto della Giannini, lui suo braccio destro dal 2011, proprio come nel 2006 Frida aveva preso il posto di Tom Ford.

Bè, bravi. Bello, sono contenta.

Bravo Alessandro, bravo chi l’ha scelto e in bocca al lupo a tutti… poi se vi avanza una borsa la mia casa è sempre disponibile ad adottarla! Io ve lo dicco, poi fate voi.

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Due è già troppo

Era un po’ che cercavo qualcosa di moda su cui scrivere.
Troppi input: sfilate, saldi, insomma cose varie.
E poi, apro instagram e la vedo.
L’avevo voluta ignorare ai Golden Globe perché ho pensato ad una scivolata ma due su due no, non te le posso perdonare!
E che cavolo!
Di chi parlo?! Ma di Rosamund Pike.
Chi è?! La bravissima attrice di cui ho già parlato per aver interpretato magistralmente L’amore bugiardo.
Bene, sei molto brava, anche molto bella.
Ora, con quei due soldi che hai guadagnato, prendi immediatamente uno stylist e fatti guidare perché, bella mia, anche l’occhio vuole la sua parte!
Ma io dico come, come t’è venuto di indossare ai Golden Globe codesto vestito di Vera Wang (quello a sinistra) ?! Ti prego!
Perché mai?! Sei pure una bella donna, perché ti devi così mortificare!
Dice: “e va bé, ma due mesi fa è diventata mamma” … e a maggior ragione: ti vesti di bianco (che notoriamente ammazza!) e ti metti senza reggiseno (che a due mesi dal parto sei notoriamente una mucca da mungere!)!
Ma io dico: una mamma, un marito, un parente stretto, un’amica che ti dica “ma come cazzo te sei vestita?!” Non ce l’hai?! E se non ce l’hai, pagalo uno che sia sincero con te!
E va be, una te la fa passare.
Poi: altra serata di gala, altro Red carpet, altro stilista (Valentino), vestito stavolta bellissimo e tu che fai?! Di nuovo bianco e di nuovo con un reggiseno sbagliato?!
Ma dai, ma porca la paletta zozzissima!
Rosamund, scrivimi; giuro, ti rispondo; scrivimi!
Visto che la prossima serata saranno gli Oscar evitiamo di fare figure di merda: SCRIVIMI!!!!

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Presaldi

Questo è anche un blog utile, vorrei che fosse chiaro e, quindi, oltre a darvi consigli richiesti a vadobenecosi@gmail.com, oggi vi allego la tabella delle partenze dei saldi invernali regione per regione.

Ho già invocato mezzo calendario perché proprio non capisco il motivo per cui nel Lazio debbano partire sempre dopo tutti, ma va bè, mi adeguo.

Allora, prima dei saldi, però vorrei dare qualche utile suggerimento, poi magari più avanti entrerò nello specifico di cosa comprare.

Capisco che ora, con tutta la frenesia del Natale non avete tempo di girare per voi ma cercate di andare in alcuni dei vostri negozi preferiti. Intanto, perché molto spesso, anzi direi sempre, alle affezionate clienti i saldi vengono fatti in anticipo e poi perché proprio lì troverete l’affare dell’anno.

Mi spiego.

Se c’è un cappottino, un vestito o un paio di pantaloni o di scarpe che vi piacciono tanto e che non avete ancora comprato causa prezzo elevato, bene i passi da seguire sono 3:

1) recarsi ora nel negozio, provare l’oggetto del desiderio, stare davanti allo specchio con gli occhi adoranti, individuare la padrona/il padrone del negozio e fare la faccia del desiderio. Garantito che vi farà lo sconto in anticipo;

2) qualora vi siate imbattute nella strega di Biancaneve o nel cacciatore di Cappuccetto rosso, mollate la presa ma segnatevi il prezzo;

3) tornate i primi giorni dei saldi (già vi spiegai che non c’è bisogno andare nella ressa del primo giorno!) e verificate che abbiano effettivamente applicato lo sconto. Quindi COMPRATE! (Questo punto è necessario per non incorrere in spiacevoli sorprese come è successo a me. Un anno, infatti, nel mio negozio preferito avevano una gonna spaziale di Nolita (ancora ricordo!) e costava un occhio della testa. Non la prendo, aspetto i saldi, sapevo perfettamente quanto costava a prezzo pieno, peccato che LA STRONZA della proprietaria del negozio aveva maggiorato il prezzo iniziale, vendendola in saldo a quanto effettivamente costava. Non l’ho comprata, ma se ci ripenso ancora mi scappa la lacrima).

Quindi, ricapitolando, ora è il momento per:

  • prendere carta e penna e segnare quello che vi manca (ahahahhahhaa!) diciamo che volete a tutti i costi;
  • individuare il negozio che lo possiede;
  • fare tentativo di colpaccio con occhi da cerbiatta per ottenere presaldo;
  • in caso fallisca tentativo previsto al punto precedente, segnare prezzi per poi tornare e colpire. (Solo per inciso, ai tempi dell’episodio raccontato della gonna Nolita – argh – ero molto giovane, capitasse adesso, nell’ordine: affronterei il commerciante tentando sconto effettivo; di fronte a diniego mi recherei alla Guardia di Finanza per denunciare accaduto! Embè oh, mica si possono lasciare le persone a rimpiangere a vita una gonna Nolita, io voglio essere utile per me e per gli altri!).

Coraggio, in bocca al presaldo.

PS: segnalo che la Conferenza Stato – Regioni ha deliberato di anticipare l’inizio dei saldi al 3 gennaio. Daje! Ad oggi manca ancora la delibera della Regione Lazio… forza Nicola, FIRMA!!!

 

 

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Anche no

Voi avete presente Ugly Betty? Era quel telefilm che spopolava qualche anno fa. Le avventure di una ragazzina piuttosto cessa. Penso a lei tutte le volte che vedo una conciata in una maniera improbale e dico sempre “Anche meno Ugly Betty”.

Capisco, per carità, che io sono un po’ fissata però dico “porca la paletta” tutte le volte che vedo una che esce:

  • in tuta e non per andare in palestra, ma proprio per girare. Cazzarola, NO!!! Ma perché?! Ci sono milioni di vestiti, milioni di vestiti comodi, perchè proprio la tuta nata per svolgere attività fisica o stare in casa?! Non siete fiche, siete sciatte se uscite con tale outfit. Io non lo accetto, a stento ci porto giù il cane, regolatevi!
  • Senza un filo di trucco d’inverno. Ora, ragazze, parliamoci chiaro, di Gisele l’universo ne ha prodotte poche. Va bene acqua e sapone, ma d’inverno, acqua e sapone meglio sempre tra le mura domestiche, non me ne abbiate ma almeno una crema coprente ci vuole, un filo di fondo tinta, mica dico che dovete andare in giro mascherate ma quel tanto che basta per non mettere paura alla gente che vi incontra.
  • In stile patchwork, che sembra abbia la luce staccata a casa e alla rinfusa si è infilata dei vestiti. E dai, ma che ci vuole?! Preparate la sera prima se non avete tempo la mattina: completino e camminare.
  • Con i capelli unti perché “sai, non ho avuto tempo di lavarli” ecco, e allora se non hai avuto tempo STAI A CASA o legateli o mettici tanto gel da confondere l’olio da te prodotto con un prodotto chimico. Fammi la cortesia!
  • Con le sopracciglia alla Peo Pericoli. E sentite, Frida Kalo era una fica ok ma era pure una grande artista: voi non siete né fiche né artiste. Correte subito da un’estetista e non mi fate vedere quelle righe nere sopra gli occhi. E’ chiaro???

5 e sto come sempre.

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Accessorize

Ma perché non parlare degli accessori da uomo.

Già vi ho abbondantemente detto del borsello e preferirei non tornare sull’argomento perché al solo pensiero mi viene da piangere.

In questo caso, però, quando parlo di accessori mi riferisco non a portafogli, borse etc ma più specificamente a bracciali, anelli, collane, insomma oggetti per adornare la persona.

Procedo:

1) bracciali: uomini, certo siete sfortunati, sui monili. A me piacciono pure i bracciali, molto, da donna. Sull’uomo è più difficile. Sull’argento ammissibile solo quello grezzo, magari indiano, insomma simil snake che, però, andava di moda qualche anno fa ed effettivamente fa un po’ Hippie/alternativo. Mi sentirei di dirvi: evitate se potete. Stesso discorso per i braccialetti di cotone (vedi Cruciani) magari sono carini d’estate, al mare ma d’inverno ‘sto filo che esce da sotto la giacca anche no. Se avete in casa bambine che gentilmente vi fanno tanti braccialetti bè, che dire, usateli in loro presenza e possibilmente a casa, non tutti sanno le vostre vicende personali e potrebbero catalogarvi come imbarazzanti peter pan.

2) Collane. Bè, vale stesso discorso di punto 1. Forse sono anche più talebana: direi soprattutto NO: Non me ne piace nessuna da uomo, non si possono guardare. Quelle d’oro solo se appartenere alla camorra; quelle d’argento solo se avete visto la luce in un viaggio in Nepal; quei fili orribili di caucciù solo se siete un frate francescano. E VI TA TE, meglio una fantasiosa pashmina per coprire il collo!

3) Anelli. Ovviamente ammetto la fede in tutte le declinazioni, mi piacciono gli anelli da pollice e quelli d’argento lavorato. Pure qui occhio però eh, perché se vestite Technocasa Style con camicia con triplo bottone sul colletto (rigida che sembra un busto), con cravatta regimental (di cui già si è detto con disprezzo!) e mi mettete l’anello d’argento alternativo come minimo denuncerete una crisi di identità, ora, a meno che non sia effettiva ma latente e cercate il modo di renderla evidente, fateci la cortesia, desistete.

4) Orologi: Adoro gli orologi da uomo. Più o meno tutti: dallo Swatch al Rolex; dal modello di nonno a quello da subacquei, insomma mi piace e denota personalità. Ad un uomo forse farei indossare solo quello, Dall’orologio si capiscono tante cose quindi: ampio spazio.

5) Orecchini. Devo parlarne? Io penso non sia proprio il caso di approfondire l’argomento. Gli anni ’90 sono finiti e quel buchetto che vi eravate fatti grazie a Dio si è rimarginato. Siate uomini, almeno nell’aspetto, non un Maradona qualunque.

 

Solo e sempre 5, per ulteriori info vadobenecosi@gmail.com

Moda Sociale

Allora, ragazze (perché tanto qui gli uomini non scrivono a vadobenecosi@gmail.com) per darvi qualche dritta ho cominciato a seguire su Twitter, Facebook e Instagram qualsiasi tipo di stilista: dai classici Armani, D&G, Ferretti, Valentino a Valli, Lavin, Elie Saab ai più proletari Zara, H&M, Max & co e insomma chi più ne ha più ne metta.

Così appena apro, soprattutto instagram, sono bombardata da immagini meravigliose di cose che vorrei e difficilmente potrò avere ma che comunque danno stimoli di sogno e di acquisto!

Per due settimane è stato un continuo di immagini estive con la settimana della moda prima a Milano e poi a Parigi, una corsa all’estate 2015 e ti prende malissimo perché tu devi cominciare a riporre i costumi e loro ti fanno pensare a quelli per l’anno prossimo.

Comunque, chiuse le sfilate, si è ricominciato a ragionare e a parlare di autunno/Inverno e qui la tristezza corre su filo, non tanto per l’abbigliamento quanto per la stagione in sè che mai riuscirà a piacermi.

Ma andiamo avanti, rassegnamoci, e andiamo avanti.

Come vi ho già scritto quest’anno vanno tantissimo i cappottini ma vi aggiungo che sono tornati di moda anche i parka; grazie ad una richiesta su vadodobenecosì ne ho trovati di carinissimi, da Armani a Herno a Woolrich si sono sbizzarriti! Ah, per chi non lo sapesse i parka sono quei giacconi con la culisse in vita e il cappuccio; per chi non sapesse cos’è la culisse consiglio di seguire un’altra sezione del blog perché, evidentemente, la moda non è cosa vostra.

Sui cappotti poi, sulle borse, sugli stivali sono di gran moda le frange… personalmente non le amo, mi fanno troppo Pocahontas ma pare che se non hai almeno un accessorio “con” sei assolutamente “out”, quindi frangettatevi!

Oh, poi, scusate ma devo aprire una parentesi che ho sulla punta delle dita da un po’… io voglio denunciare e poi provvedere ad un processo ed infine all’arresto del nuovo stilista di Moschino che ha reso un marchio originale, sfrontato, cool, come era Moschino, una vera pacchianata. Dunque, ammesso e non concesso che nel Missouri si sappia di moda , Jeremy Scott che da lì viene non è assolutamente all’altezza della buon’anima di Moschino. Ha imbrattato tutta la collezione con pupazzi dei fumetti e dei cartoni dalla Barbie a quel coso giallo che non so come si chiama e manco lo voglio sapere. Inorridisco al pensiero. Mi vengono certi nervi che non vi posso spiegare. Il tutto poi venduto a caro prezzo! Che fastidio! Boicottatelo, vi prego!

Ok, sono andata fuori tema, scusatemi ma non potevo più tacere.

Au revoir.

 

 

 

Miscellanea

Lo lo so, probabilmente dovrei parlare dell’art. 18.

Ma ne parlano tutti e quindi io non lo farò, anche perché non mi sembrava una cosa urgente in questo momento; non era una battaglia da intraprendere ora; non era una battaglia da intraprendere in generale; non è l’art. 18 il problema dell’economia italiana e non è certo lui il motivo per il quale gli investitori stranieri non investono da noi. Poche balle, Matteo.

Lo so lo so, probabilmente dovrei approfondire questo tema ma sapete che vi dico? Non mi va! Lo fanno in tanti, lo fanno tutti (e ben più autorevoli di me) quindi io parlerò di altro.

Parlerò del mio modo di smuovere l’economia nazionale perché una delle domande che mi si pone più spesso è: “ma tu quanto spendi in abbigliamento?”; allora, diciamo che la prima risposta che mi viene in mente è “sono solo fatti miei!”, come il vecchio spot, poi, visto che non sono scorbutica rispondo “Meno di quello che puoi pensare!”.

Questo ora perché prima no; prima, quando me lo potevo permettere vivendo con i miei, prendevo lo stipendio e lo dilapidavo in negozi strafichi; mi ricordo ancora la mia prima busta paga presa in RAI, in Lire (quindi non proprio niente!) regalata a Blue Marlin… noto negozio pariolino di Roma.

E va bè, bei tempi ma anche abbastanza stupidi perché è facile sapersi vestire spendendo una fortuna (e certo pure lì se non hai gusto non ce l’hai e basta, hai voglia a spendere!); è facile entrare in un negozio solo e vestirsi da capo a piedi con l’aiuto delle commesse, speriamo sagge; è facile essere fico con total look Armani, per dire.

La vera sfida è un’altra: è quella di fare mix e cioè comprare un vestito da Oviesse, le scarpe da Twin set, il giacchetto da Zara e partire di slancio.

E’ questo che mi diverte della moda ed è questo che mi permette di cambiarmi tutti i giorni 🙂 e di smuovere l’economia nazionale.

Le mie rubriche preferite sono quelle in cui i giornali partono da un look proposto da grandi stilisti e te lo ripropongono simile spendendo meno della metà.

Ed è quello che faccio io, almeno che cerco di fare!

Questa estate mi ha dato grasse soddisfazioni l’allegato look.

Sono partita da foto su catalogo Twin set che tra scarpe, vestito e giacchino mi sarebbe costato € 500 con i saldi… me la sono cavata con € 95. Come ho fatto??? Facile: studio, mi documento, giro. Va bè, sono stata anche fortunata stavolta trovando: vestitino in pizzo Oviesse 20€ ; giacchetto Only su Amazon 25€ ; scarpe Tommy Hilfiger in Outlet Soratte 50€ .

Però, i miei consigli sono: non fermatevi alla prima vetrina, ce ne sono mille altre e c’è internet (sfruttiamolo!); non c’è bisogno di spendere sempre 200€ per un vestito che si metterà un paio di volte in una stagione, se ne possono spendere 20; ci sono io ad aiutarvi con vadobenecoi@gmail.com se non siete capaci da sole, chiedetemi:  a volte basta la borsa a fare la differenza. Eh sì, perchè, come vi ho già detto, si può lesinare su tutto ma non sulle borse… quelle sì che fanno la differenza, ma loro meritano un post a parte, ci torneremo… ah, se ci torneremo!

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Get married

Un anno pieno di matrimoni famosi questo eh?!

Un anno pieno di matrimoni famosi che si sono svolti in Italia.

Un anno pieno di matrimoni famosi che si sono svolti in Italia e di cui ai più non importa una mazza.

E, d’altronde, come dar loro torto?!

Ricapitoliamo: di ieri il matrimonio di Clooney a Venezia; un paio dì settimane fa si  sposata la Canalis ad Alghero;primala Kardashian (che c’ho messo un mese a capire chi era e ancora non lo so) a Firenze; e il lord inglese in Puglia, come la ricca indiana che ha portato Bollywood a Fasano; e Ramazzotti a Palazzo Reale e ancora e ancora.

Bene, a parte me che sono sempre incuriosita (in maniera quasi morbosa) dai vestiti di tutti, di cui dirò a breve, quello che mi viene da dire è W l’Italia e la sua meravigliosa bellezza!

Sono una di quelle che al di là del “chi se ne frega che si è sposato tizio e caio”, pensa a quanto i suddetti matrimoni ci ricordino in quale paese meraviglioso viviamo. Se uno che può spendere quello che vuole, e farlo in qualsiasi posto del mondo, decide di farlo proprio in Italia, beh secondo me dobbiamo esserne solo orgogliosi! Perché, diciamocelo francamente, ma dove lo troviamo un altro paese dove c’è mare caraibico e non, montagna, lago, scogliere, laguna e chi più ne ha più ne metta il tutto condito da una cucina ottima e da un clima assolutamente perfetto?! Quello che manca a noi è il nazionalismo, l’autocompiacimento, la consapevolezza, la determinazione nel promuovere il nostro patrimonio.

Quello che vedo io in questi matrimoni è quello che vede il barcaiolo di Venezia e cioè che “il matrimonio di Clooney ha portato più lavoro in tre giorni dell’intera mostra del cinema”; è così ha fatto il matrimonio dell’indiana a Fasano, che ha dato da mangiare a mezza Penisola.

Smettiamola di fare i “piagnoni” e godiamoci e “sfruttiamo” le meraviglie che Dio, per chi ci crede, ci ha regalato.

Siamone orgogliosi, cerchiamo di guardare al di là del “chi se ne frega che si è sposato tizio o caio” e W l’Italia!

E’ anche in questo modo che si muove l’economia; è anche in questo modo che ci facciamo conoscere nel mondo; è anche in questo modo che possiamo liberarci dall’etichetta di “mafia, pizza e mandolino” che ci hanno affibbiato; è anche in questo modo che affermiamo la moda nel mondo. E sì, perchè George vestiva Armani… lei pare di no… pare McQueen ma, come ho già detto alla Canalis, Amal ma me voj fa vede’ il vestito?! Che ti sei sposata a fare, in Italia giunta, sennò?! E la prossima volta  che ti sposi, che fai un addio al nubilato, che decidi di scegliere Alexander Mcqueen stai attenta che il tuo vestito  già l’aveva indossato Michele Obama… tutto io vi devo dire?!
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Vado bene così?!

Non so a voi ma a me sempre più spesso arrivano dei messaggi su whatsapp del seguente tenore “aiuto, devo andare ad una festa e non so cosa mettere” oppure mandano foto e poi “vado bene così?” o ancora “per un matrimonio meglio questo o quest’altro vestito?!”.

Lo faccio anche io, lo facciamo tutte.

E a me, come potete immaginare, piace moltissimo dare questo tipo di consigli e ne sono sempre lusingata.

L’altra sera, per esempio, una delle mie migliori amiche (che è?! A me una non basta, ne ho diverse e allora?!), insomma, una di loro mi ha scritto: “aiuto, per quella data festa avevo deciso i jeans e ora mi stanno dicendo che non vanno bene”. Allora, intanto la prima domanda da porsi è: “stanno dicendo chi?!” perché se te lo dice tua nonna o tua zia che pare tua nonna o la tua amica che sembra la zia di tua nonna, lo “stanno dicendo” non vale ora e non varrà mai. Per una festa, a meno che non sia al teatro dell’Opera a meno che non sia una festa di matrimonio (e pure qui con i dovuti distinguo!), i jeans vanno più o meno sempre bene. Ovviamente con tacco; ovviamente con qualcosa di molto appariscente sopra o sotto: vanno sempre bene! E infatti: non li ha messi, salvo poi dirmi il giorno dopo “la più fica della festa stava in jeans e non ero io!”.

Lo vedi?! Allora, io sono anche disposta a consigliare ma se poi non mi si sta a sentire è “un cavolo e tutt’uno” come si dice a Roma, no?!

E dunque, amiche  e amici (perchè non è che i consigli si danno solo alle donne, gli uomini ne hanno anche più bisogno a volte!), che avete una qualsiasi cosa da fare: sia essa una riunione importante in ufficio, sia esso un incontro galante, sia essa una cerimonia, sia essa una cena con la suocera: scrivetemi a vadobenecosi@gmail.com, riceverete immediata risposta e, se sarete tantissimi, apriremo rubrica “vado bene così?!”.

Sia chiaro che non ho la pretesa di dettare moda a nessuno, trattasi di “consiglio assolutamente personale per dubbi assolutamente impersonali”.

I’m waiting for you.